Secondo un alto generale USA sarebbero 45.000 i combattenti ISIS uccisi da quando due anni fa gli Stati Uniti hanno iniziato la loro campagna contro lo Stato Islamico. A dirlo è il Generale Sean MacFarland, comandante della coalizione militare che lotta contro ISIS.
«Stimiamo che negli ultimi 11 mesi abbiamo ucciso circa 25.000 combattenti ISIS» ha detto MacFarland alla AFP. «A questi si aggiungono 20.000 combattenti uccisi in precedenza per un totale di 45.000 combattenti ISIS uccisi dalla coalizione in due anni di combattimenti».
Secondo MacFarland i combattenti ISIS in prima linea sono notevolmente calati negli ultimi mesi, sia a livello di numero che a livello “qualitativo”. ISIS non farebbe in tempo a rimpiazzare i combattenti uccisi dalla coalizione e soprattutto non riuscirebbe a sostituire i comandanti più addestrati. Questo determina un “veloce logoramento” di ISIS in termini di qualità nei combattimenti.
Gli americani stimano anche che lo Stato Islamico abbia perso circa 25.000 Km quadrati di territorio da quando si è autoproclamato come califfato, circa il 50% del territorio in Iraq e il 20% in Siria. Questi numeri dimostrano anche che dove l’attacco è diretto veramente a ISIS, come in Iraq, i terroristi islamici perdono molto terreno, mentre quando l’attacco non è rivolto solo a ISIS, come in Siria, la vita dei terroristi è molto più facile.
MacFarland si è poi detto ottimista sulla prossima riconquista di Mosul in Iraq e di Raqqa in Siria che, a detta del Generale, dovrebbero arrivare molto presto sancendo la fine dello Stato Islamico.
Redazione