Guerra tra bande a Gaza: regolamento di conti tra salafiti e Hamas. Il Mossad non c’entra

27 Marzo 2017

A Gaza da diversi mesi è in atto una guerra tra bande criminali e terroristiche, tra due modi diversi di interpretare il terrorismo islamico, tra due modi diversi di vedere gli accordi con i “sostenitori esteri”. E’ una guerra che ha già mietuto diverse vittime (tra arresti sommari ed esecuzioni) senza che da nessuna parte si sia levata una sola voce di protesta o quanto meno di disappunto.

Da una parte ci sono Hamas e la Jihad Islamica, braccio militare dell’Iran a Gaza, riavvicinatasi ai terroristi palestinesi dopo che giocoforza sono stati costretti a un repentino riavvicinamento a Teheran. Dall’altra vi sono i gruppi salafiti che negli ultimi mesi sono cresciuti moltissimo. Sunniti intransigenti vedono come il fumo negli occhi qualsiasi accordo con l’Iran o, peggio, qualsiasi dialogo o trattativa con Israele. Più che vicini allo Stato Islamico si possono dire vicini ad Al Qaeda, ma soprattutto – fatto non trascurabile – sono non troppo segretamente sostenuti dall’Egitto.

Questa contrapposizione nei mesi scorsi ha portato la polizia politica di Hamas ha compiere decine e decine di arresti tra i quali anche quelli di persone che chiedevano semplicemente più Diritti che sono finiti nel tritacarne di Hamas.

Una fonte anonima di Gaza ci dice che la situazione all’interno della Striscia è a dir poco tesa. Ieri Hamas ha chiuso il valico di Erez che collega la Striscia di Gaza a Israele e attraverso il quale passano ogni giorno tonnellate di aiuti umanitari. Qualcuno ha interpretato questa mossa come una prima risposta alla morte di Mazan Fukha, attribuita forse troppo frettolosamente al Mossad. In realtà la mossa di Hamas sarebbe diretta a chiudere qualsiasi via di fuga agli assassini del comandante di Hamas che però non sarebbero agenti israeliani ma appartenenti ai salafiti che con il terrorista ucciso avevano diversi conti in sospeso. A Gaza sarebbero tutt’ora in corso veri e propri rastrellamenti in cerca dei responsabili dell’assassinio di Mazan Fukha e dei comandanti salafiti.

Quindi probabilmente il Mossad non c’entra nulla con la morte di Mazan Fukha che probabilmente è invece “solo” il frutto di una guerra tra bande terroriste e criminali che ha portato al più classico regolamento di conti. Ciò non toglie, tuttavia, che l’episodio venga usato da Hamas e dalla Jihad Islamica per fare propaganda contro Israele nel tentativo di nascondere la difficile e tesa situazione all’interno di Gaza.

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica

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