Hamas giura vendetta ai funerali di Mazan Fukha svoltisi ieri a Gaza. Migliaia di terroristi armati di tutto punto hanno partecipato a quello che da un funerale si è trasformato ben presto in una manifestazione militare.
Mazan Fukha è stato ucciso venerdì sera davanti alla sua casa di Tel al-Hawa, nella Striscia di Gaza, da ignoti che lo hanno freddato con diversi colpi di pistola. Hamas ha sin da subito accusato Israele dell’uccisione del leader terrorista che secondo fonti di intelligence aveva il compito di organizzare la rete terroristica di Hamas in Giudea e Samaria.
Al funerale del terrorista hanno partecipato tutti i leader di Hamas, da Ismail Haniyeh al nuovo capo del grupo terrorista, Yahya Sinwar. C’erano anche i leader della Jihad Islamica, uno degli altri gruppi terroristici presenti a Gaza ma l’unico di questi gruppi direttamente alle dipendenze dell’Iran.
Tutta l’ala militare di Hamas, le Brigate Izz al-Din al-Qassam, è scesa compatta in strada per mostrare agli abitanti di Gaza la loro “potenza militare” e soprattutto per giurare vendetta. «Questo omicidio ha le impronte digitali del nemico sionista» ha detto il vice direttore di Hamas, Khalil al-Hayya, aggiungendo che «se il nemico sionista pensa che questo omicidio possa causare uno spostamento di potere all’interno delle Brigate Izz al-Din al-Qassam o un loro indebolimento, si sbaglia. Sapremo rispondere nello stesso modo e ben presto se ne accorgeranno». Gli fa eco il leader della Jihad Islamica, Mohamed Al-Hindi, il quale punta direttamente il dito sul Mossad. «L’occupazione (Israele n.d.r.) sperava di schiacciare la resistenza attraverso l’assassinio del martire Fukha ma non ha fatto bene i conti» ha detto il leader della Jihad Islamica «ben presto se ne renderanno conto. Risponderemo colpo su colpo» ha poi aggiunto sibillino.
Solidarietà ad Hamas è giunta anche da Hezbollah che con un messaggio inviato ai vertici di Hamas ha annunciato di essere al fianco dei “fratelli palestinesi” colpiti dal nemico sionista. «Non lasceremo impunito questo crimine del nemico sionista» si legge nel messaggio inviato ai leader di Hamas «risponderemo colpo su colpo, sangue chiama sangue».
Intanto, come logico, non trapela nulla dagli ambienti della intelligence israeliana, solo la ferma volontà nel proseguire a «difendere la popolazione israeliana da qualsiasi minaccia» comprese le possibili vendette che, conoscendo Hamas, non tarderanno ad arrivare.
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