In questi giorni fioccano gli “analisti esperti” pagati chissà da chi che ci spiegano i perché della guerra a Gaza e tutti i possibili retroscena. Li vediamo sulle TV nazionali parlare di tutto fuorché dei reali motivi che hanno portato a questo ennesimo conflitto, speriamo l’ultimo.

Abbiamo già spiegato il perché questa guerra convenga prima di tutto ad Hamas, ma sarebbe riduttivo fermarsi a questo, perché se è vero che Hamas ne è il beneficiario immediato (o almeno così sperano i terroristi) ci sono altri beneficiari indiretti che traggono grandissimo vantaggio dalla Guerra a Gaza.

Prima di tutto a trarne vantaggio è l’Iran e soprattutto il suo programma nucleare. Nel silenzio più assoluto è passato il termine, la cosiddetta linea rossa, imposta dal Presidente Obama per raggiungere un accordo complessivo sul nucleare iraniano tra le grandi potenze (5+1) e Teheran. La deadline era fissata per il 20 luglio ma, zitti zitti, quatti quatti, è stata rinviata al 24 novembre. Ben quattro mesi in più per l’Iran per raggiungere il suo obbiettivo. Motivo? Le crisi regionali, dalla Siria all’Iraq per finire a Gaza. Era un po’ che a Teheran lavoravano su questa guerra per distogliere la pressione dal loro programma nucleare e con Hezbollah impegnato in Siria l’unica alternativa valida erano i terroristi di Hamas. Ayatollah accontentati.

In seconda battuta, anche se in maniera inferiore, a guadagnare dalla guerra di Gaza è la Siria del genocida (lui si vero) Assad. Con l’attenzione dei media spostata su Gaza (anche se ultimamente della Siria non è che se ne sono interessati tanto) il dittatore siriano ha gioco facile. I morti in Siria, centinaia ogni giorno, non fanno più notizia. Adesso a interessarsi della guerra in Siria sono solo gli odiatori che continuano a postare fotografie dell’eccidio siriano spacciandole per foto di Gaza. Anche Assad accontentato.

Il terzo beneficiario indiretto, quello che ha accolto la guerra a Gaza come una vera manna dal cielo, è l’ISIL, il gruppo terrorista globale che ha dichiarato un califfato a cavallo tra Iraq e Siria. Nessuno si interessa più delle stragi dell’ISIL, nessuno fa caso se ammazzano i cristiani o, se va bene, li espellono dai territori da loro controllati. Sono così contenti della cosa che il loro portavoce ha detto che di Hamas non gliene frega nulla anche se poi sembra che cerchino di approfittare della guerra per infiltrarsi per bene a Gaza. Intanto l’attenzione mondiale si è spostata si Gaza. Anche l’ISIL è belle che accontentato.

Si potrebbe poi parlare degli enormi vantaggi economici che arrivano alla UNRWA e alle varie “organizzazioni”che operano in Palestina, ma ne parleremo un’altra volta (molto carino questo cartone animato).

Gli unici a rimetterci da questa guerra sono Israele e i palestinesi ostaggio di Hamas, quelli che i terroristi mettono a difesa dei loro depositi di armi e dei loro bunker. Povere vittime di Hamas che magari invece della guerra preferirebbero una scuola seria, acqua potabile, delle fognature serie e non dipendere solo dagli aiuti umanitari.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Sharon Levi

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