Lunedì prossimo il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, incontrerà alla Casa Bianca il Presidente americano, Barack Obama. I due leader discuteranno principalmente delle forniture di armi a Israele volte a contrastare la minaccia iraniana dopo la firma dell’accordo sul nucleare iraniano. In programma ci sarebbe anche un dibattito faccia a faccia sulla questione palestinese ma dagli staff di Obama e Netanyahu filtrano indiscrezioni che vogliono la questione palestinese relegata decisamente in secondo piano rispetto a quella della sicurezza di Israele.

La vigilia dell’incontro è stata monopolizzata dalle affermazioni di Ran Baratz, affermazioni fatte mesi fa sui social network nella quali il nuovo portavoce di Netanyahu definisce Obama un “moderno antisemita” e Kerry un “comico da cabaret”. Così è passata quasi inosservata la notizia secondo la quale il Presidente Obama esclude una soluzione alla questione palestinese prima della fine del suo mandato, ragion per cui l’incontro con Netanyahu sarebbe volto quasi esclusivamente a dipanare la matassa degli aiuti militari a Israele.

La questione gira intorno a tre punti: la consegna degli F-35, la richiesta israeliana di avere il nuovo convertiplano V-22 Ospreys e la fornitura delle bombe anti-bunker MOP (Massive Ordnance Penetrators). Israele chiede oltre alla veloce consegna anche più F-35 rispetto ai 33 già ordinati. Gli F-35 sono infatti gli unici aerei in grado di eludere il sistema missilistico S-300 di produzione russa in consegna all’Iran. Con questi aerei gli S-300 diverrebbero inutili. Il convertiplano V-22 Ospreys è invece un mezzo d’assalto in grado di trasportare truppe e mezzi decollando verticalmente ma mantenendo la stessa velocità di un aereo tradizionale, un mezzo indispensabile per mantenere e potenziare la supremazia militare nelle regione. Il nodo più controverso rimane però quello delle bombe anti-bunker che fino ad oggi Obama si è rifiutato di consegnare a Israele per il timore che venissero usate in un eventuale attacco all’Iran. Netanyahu le vorrebbe subito, Obama è poco intenzionato a consegnarle, almeno per il momento.

C’è poi un quarto punto che Obama e Netanyahu discuteranno, quello della eventuale consegna di aerei F-35 e di armi tecnologicamente avanzate ai Paesi del Golfo. Qualche mese fa era stato il Segretario di Stato John Kerry a dire che gli Stati Uniti dovevano rimuovere i limiti sulla vendita delle armi ai Paesi del Golfo in modo da permettere la consegna di armi tecnologicamente avanzate (tra cui gli F-35) agli arabi preoccupati per l’accordo sul nucleare iraniano e per l’espansionismo aggressivo di Teheran. Ma questa ipotesi ha trovato la ferma opposizione di Israele che ha giustamente visto in questa eventualità la possibilità di intaccare il suo predominio militare nella regione.

Quello di lunedì sarà il primo incontro tra Obama e Netanyahu dopo che gli Stati Uniti e gli altri membri del gruppo dei 5+1 hanno raggiunto l’accordo sul nucleare iraniano, un accordo fortemente contestato da Israele e in particolare proprio da Netanyahu. Secondo diversi esperti sarà l’occasione buona per discutere della sicurezza di Israele e delle crisi regionali. Come detto la questione palestinese non è nella agenda dei due leader anche se è prevedibile che Obama farà pressioni affinché Israele torni al tavolo delle trattative con i palestinesi. Tuttavia il fatto che dopo l’incontro tra Obama e Netanyahu non sia previsto nessun faccia a faccia tra il Presidente americano e Abu Mazen la dice lunga sulle tematiche che verranno affrontate in questo incontro, tematiche ben più importanti della questione palestinese.

Scritto da Antonio M. Suarez