L’Iran ha aumentato sensibilmente la produzione di uranio arricchito dando corso quindi alla minaccia formulata al momento dell’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA).
A rivelarlo in una conferenza stampa è stato ieri il capo della Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), Yukiya Amano, la quale ha il compito di monitorare il rispetto dell’accordo sul nucleare iraniano.
Il capo della IAEA non ha né quantificato l’aumento della produzione di uranio arricchito né la percentuale di arricchimento dell’uranio, tuttavia si è detto “molto preoccupato”.
Dall’inizio di maggio gli Stati Uniti hanno irrigidito ulteriormente le sanzioni contro Teheran ordinando a tutti i Paese e alle compagnie di non acquistare petrolio iraniano per non subire anch’esse conseguenze.
L’Iran aveva reagito minacciando di non rispettare i vincoli imposti dall’accordo sul nucleare iraniano e di tornare ad arricchire l’uranio oltre i limiti consentiti da quell’accordo sia in quantità che nella percentuale di arricchimento. Teheran aveva minacciato di quadruplicare la produzione di uranio arricchito.
Li alleati europei di Washington di erano opposti alla decisione americana di applicare sanzioni all’Iran, ma Teheran sostiene che l’Europa non sta facendo abbastanza per aggirarle.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Abbas Mousavi, ha dichiarato che «finora l’Iran non ha visto passi concreti dagli europei per garantire gli interessi dell’Iran».
Francia, Gran Bretagna e Germania hanno creato un veicolo speciale chiamato Instex, progettato per consentire pagamenti all’Iran che legalmente bypasserebbero le sanzioni, ma al momento il sistema non è ancora entrato in funzione.