Una nuova intifada contro Israele. È quello che sta preparando, senza nemmeno nasconderlo, l’Iran. A rivelarlo è il capo della magistratura iraniana, Hojatoleslam Seyed Ebrahim Raeisi, durante la riunione del lunedì del Consiglio supremo della magistratura.
«L’annessione della Cisgiordania da parte israeliana provocherà una nuova intifada» ha detto il giudice iraniano affermando che «l’Iran contribuirà a sostenere la resistenza in tutti i territori occupati».
Il fatto che a fare un annuncio del genere sia un magistrato non deve stupire. Hojatoleslam Seyed Ebrahim Raeisi è membro importante del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC) messo proprio dall’IRGC a guida della magistratura iraniana.
«Fino ad oggi l’Iran ha sempre accettato che la soluzione della questione palestinese fosse affidata ai negoziati» ha proseguito il magistrato mentendo spudoratamente, «ma visto che ogni negoziato è risultato inutile a causa dell’arroganza israeliana la Repubblica Islamica ha deciso di appoggiare con ogni mezzo, finanziario e militare, tutte le iniziative della resistenza».
Intanto eri il Parlamento iraniano ha approvato una legge con la quale ha stabilito la creazione di una ambasciata “virtuale” a Gerusalemme Est, cioè in quella che i legislatori iraniani hanno chiamato «la legittima capitale dello Stato di Palestina».
Nello stesso disegno di legge, votato all’unanimità, sono comprese restrizioni, multe e arresti per tutti coloro che «direttamente o indirettamente favoriscono qualsiasi commercio con prodotti israeliani o materiale contenente componenti prodotti in Israele».
Sarebbe curioso sapere se tra questi prodotti ci sono anche i chip Intel (o derivati) per i computer e per i telefoni usati quotidianamente in Iran.
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