Attaccare con un lancio di missili la sede diplomatica di un altro Stato, come ha fatto domenica mattina l’Iran con il consolato americano in Kurdistan, è una cosa gravissima, paragonabile ad un atto di guerra.
Eppure gli Stati Uniti non hanno detto assolutamente niente, nemmeno un tiepida protesta nonostante la rivendicazione dell’attacco da parte dei guardiani della rivoluzione iraniana (IRGC).
Secondo gli iraniani nella sede diplomatica americana di Erbil, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, c’era una base d’addestramento del Mossad e il silenzio americano, secondo gli Ayatollah, confermerebbe questa tesi.
Le IRGC ieri hanno affermato di aver attaccato la “base del Mossad” come risposta all’uccisione di due ufficiali iraniani avvenuta nei pressi di Damasco a seguito di un attacco aereo attribuito a Israele.
Ora, a Gerusalemme sono a dir poco basiti dalla non risposta americana, dalla pressoché totale apatia seguita a questo gravissimo atto di guerra da parte di Teheran.
In questi giorni sono volati a Washington il direttore dello Shin Bet Ronen Bar, il vice capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi e infine il capo dell’intelligence dell’esercito israeliano, il Magg. Gen. Aharon Haliva.
I tre hanno avuto incontri di altissimo livello durante i quali hanno esposto agli americani le prove raccolte dalla intelligence israeliana in merito a quello che stanno facendo gli iraniani, compreso fomentare rivolte dei palestinesi per destabilizzare Israele.
Ma soprattutto il Mossad ha raccolto prove in merito al fatto che mentre a Vienna si sta per concludere un accordo sul nucleare iraniano, gli Ayatollah procedono come treni verso la bomba, cioè verso il punto di non ritorno.
Ed è proprio a causa dei colloqui di Vienna che probabilmente gli Stati Uniti hanno taciuto sul grave attacco alla loro sede diplomatica di Erbil.
Come fece a suo tempo Obama quando fermò le indagini su Hezbollah per concludere il primo accordo sul nucleare iraniano (JCPOA), anche questa volta si sacrifica tutto pur di arrendersi agli iraniani.
Nessuno a Gerusalemme mette in dubbio la lealtà americana verso Israele, tuttavia sembra di essere tornati ai tempi bui di quando alla Casa Bianca c’era Barack Obama, solo che al posto di Benjamin Netanyahu adesso c’è Naftali Bennet. Netanyahu venne “superato” da Obama, speriamo che Bennet risolva qualcosa perché veramente l’arrendevolezza americana nei confronti dell’Iran è pericolosissima per Israele.