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Rights Reporter > Editoriali > Israele: senza la soluzione a due Stati rimane la trappola dello Stato Unico
EditorialiMedio Oriente

Israele: senza la soluzione a due Stati rimane la trappola dello Stato Unico

By Franco Londei Published 28 Maggio 2020

Una premessa: come più volte ribadito, per Israele la Valle del Giordano è in una posizione altamente strategica e non può in nessun modo essere lasciata agli arabi.

Sarebbe come se gli israeliani lasciassero le Alture del Golan agli Hezbollah, né più né meno (forse anche peggio).

Ora, stando al calendario di Netanyahu e Gantz e soprattutto a quello del “accordo del secolo” presentato dall’Amministrazione Trump, il 1° luglio Israele dovrebbe annettersi la Valle del Giordano e alcuni insediamenti di Giudea e Samaria. In cambio i palestinesi otterrebbero un pacchetto economico da 50 miliardi per poter implementare progetti di sviluppo economico che permettano loro di vivere e svilupparsi in maniera autonoma e in prosperità.

Tutto bene quindi? Neanche per idea. Ancora ieri il presidente della Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), nonostante le tante voci interne dissidenti e il tacito assenso di Egitto e Arabia Saudita al piano di pace americano, ha ribadito con forza la sua intenzione di mettere fine alla collaborazione con Israele e allo smantellamento della Autorità Palestinese.

È in particolare questo ultimo passaggio quello più subdolo per Israele. Infatti, in mancanza di una controparte che governi i palestinesi a farsene carico, secondo il Diritto Internazionale, dovrebbe essere lo Stato Ebraico con la qualifica di “potenza occupante”.

In sostanza, senza l’Autorità Palestinese non ci sarà mai uno Stato Palestinese e i milioni di arabi che ne dovrebbero far parte passeranno sotto il controllo israeliano.

Questo “dettaglio” non è sfuggito ai fautori dello Stato Unico, quello che prevede cioè la fusione tra Israele e Palestina in una unica nazione, che infatti da ieri sono tornati alla carica chiedendo a gran voce non l’annessione della Valle del Giordano e di una parte di Giudea e Samaria, ma addirittura l’annessione di tutti i territori palestinesi che a quel punto diverrebbero territorio israeliano mentre i palestinesi diverrebbero cittadini israeliani.

Per Israele sarebbe chiaramente un cataclisma, perché a meno che a farsi carico dei palestinesi non sia la casa madre, cioè la Giordania (ma ne dubito assai) nel giro di poche ore lo Stato Ebraico si troverebbe a dover gestire una situazione dove gli arabi sarebbero la maggioranza rispetto agli ebrei.

Questo chiaramente ammesso e non concesso che Israele voglia seguire i dettami del Diritto Internazionale e non agire in maniera unilaterale senza tener conto del destino di milioni di cosiddetti “palestinesi”, cosa che in realtà potrebbe anche fare ma non senza gravissime e forse insopportabili conseguenze internazionali.

Non so, in tutta onestà, se chi ha pianificato l’annessione di quei territori avesse messo in conto la chiusura della Autorità Palestinese, ma ho l’impressione che Israele stia cadendo in un enorme trappolone, sempre ammesso e non concesso che a Gerusalemme vogliano fare tutto seguendo il Diritto Internazionale.

Di certo la decisione di Abu Mazen di chiudere la AP è una mossa molto estrema, una furbata, una forzatura verso il sogno di ogni arabo, quello cioè dello Stato Unico dove arabi ed ebrei hanno gli stessi identici Diritti e dove la maggioranza della popolazione sia araba. Un vero e proprio incubo.

C’è da dire che oggi Israele già controlla militarmente la Valle del Giordano ed ha pieno controllo e giurisdizione sugli insediamenti israeliani in Giudea e Samaria, il tutto con estrema tranquillità. Regolarizzare ufficialmente questo controllo potrebbe portare con se una serie di conseguenze non proprio gradevoli per gli israeliani.

TAGGED: abu mazen, autorità palestinese, israele, palestina, stato unico

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