Funzionari politici a Gerusalemme affermano che la Francia non farà parte dell’accordo previsto tra Israele, il governo libanese e Hezbollah, nonostante lo storico coinvolgimento della Francia in Libano.
È convinzione generale che la Francia abbia un ruolo, insieme agli Stati Uniti, nel comitato che supervisionerà l’attuazione dell’accordo, ma la rabbia israeliana nei confronti di Parigi è grande a causa della sua politica anti-israeliana.
Fonti politiche a Gerusalemme stimano che il giudice francese della Corte penale internazionale dell’Aia, che ha firmato il mandato d’arresto contro il primo ministro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Gallant, non lo avrebbe fatto se non avesse ricevuto il via libera e il sostegno politico da parte del presidente francese Emmanuel Macron.
La rabbia israeliana nei confronti della Francia non è nuova. Negli ultimi mesi Parigi ha agito due volte contro le industrie della difesa israeliane e ha impedito loro di partecipare alle mostre di armi francesi.
Inoltre, secondo fonti del Ministero degli Esteri israeliano, la Francia ha condotto negoziati indiretti con il Libano, senza coordinamento con gli Stati Uniti, e ha danneggiato i colloqui per raggiungere una soluzione in Libano.
Fonti politiche hanno riferito che l’annuncio sulla posizione di Israele sulla questione francese è stato dato al mediatore americano Amos Hochstein durante la sua ultima visita in Israele. La Francia non ha ancora risposto ufficialmente al rifiuto di Israele di partecipare alla soluzione politica in Libano.
All’inizio del mese scorso, il presidente francese Macron ha chiesto un embargo sulle armi nei confronti di Israele, per quanto riguarda le armi che verranno utilizzate per la guerra nella Striscia di Gaza. Lui ha chiarito che per quanto riguarda la Francia, l’embargo sulle armi contro Israele è già in corso e non fornisce a Israele armi che potrebbe utilizzare nella Striscia di Gaza.
Funzionari francesi hanno dichiarato alla stampa araba che “il primo ministro Netanyahu ha trovato un’occasione unica per mettere in imbarazzo la Francia e danneggiarla attraverso il rifiuto di Israele di partecipare al comitato di monitoraggio dell’accordo in Libano”.
I soldati francesi sono presenti in Libano dal 1978. A Gerusalemme dicono che la Francia potrà continuare a inviare soldati in Libano, ma non avrà alcun ruolo nel meccanismo di controllo dell’accordo.
Fonti della sicurezza stimano che il rifiuto da parte di Israele della partecipazione della Francia al meccanismo di ispezione potrebbe ritardare il raggiungimento di un accordo in Libano, il governo libanese, infatti, desidera fortemente la partecipazione della Francia alle operazioni di ispezione.
Fonti libanesi affermano che il primo ministro Netanyahu vuole guadagnare più tempo per continuare a erodere il potere militare di Hezbollah e indebolirlo, e per aumentare la pressione sul governo libanese affinché accetti le richieste israeliane nei negoziati.
Inoltre, secondo loro, Netanyahu vuole che il presidente Macron “paghi un prezzo politico” per la sua politica anti-israeliana durante la guerra.
È possibile che la nuova mossa israeliana possa ulteriormente esacerbare le relazioni con la Francia, che sostiene la creazione di uno stato palestinese indipendente e si oppone alla politica degli insediamenti, e che potrebbe adottare ulteriori contromisure contro Israele.