La narrazione dei TG sul conflitto a Gaza

by 14 Novembre 2018

Anche stavolta i notiziari danno le loro news sul conflitto tra la Striscia di Gaza e Israele quando sono le IDF ad attaccare, e mai prima ovvero quando la popolazione israeliana subisce gli attacchi.

La narrazione dei notiziari funziona parlando di attacchi aerei sugli obbiettivi di Hamas, che possono essere depositi di armi, fabbriche di palloni o razzi oppure la sede di un network, con vittime tra i civili. Successivamente si dice che gli attacchi sono una risposta al lancio di razzi o palloni incendiari verso le zone urbane o i campi coltivati israeliani. Il tutto in maniera molto blanda.

Chi segue le notizie da casa, non conoscendo bene il teatro operativo, sarà colpito dalla prima parte della narrazione correlata di immagini dei carri armati “Merkava” delle IDF (che sono di repertorio e non hanno nulla a che fare con quel tipo di missione) o delle esplosioni a Gaza. Si mettono a confronto i mezzi israeliani con le armi rudimentali artigianali dei palestinesi. Come se queste ultime fossero meno letali o mortali delle prime.

Ovvio che la maggior parte dimostri pregiudizi verso lo Stato ebraico e i suoi uomini.

La soluzione sarebbe quella di raccontare gli avvenimenti reali e cioè che gli attacchi israeliani sono contro gli obbiettivi dei terroristi di Hamas il quale costruisce armi mimetizzate nelle aree urbane che mettono in serio pericolo le persone che abitano nelle zone adiacenti.

E poi bisogna finirla una volta per tutte di chiamare i membri di Hamas “soldati” o la popolazione complice “manifestanti”: sono terroristi che uccidono o si fanno uccidere volutamente per demonizzare uno stato che ha il diritto di difendersi. È così difficile da spiegare?

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