La vera sfida iraniana? Preparare l’attacco a Israele alla luce del sole

2 Marzo 2018

Preparare l’attacco a Israele alla luce del sole, quasi che fosse una cosa scontata, un atto dovuto. Fa pensare a questo la notizia che l’Iran sta costruendo l’ennesima base militare in Siria.

Impossibile che gli iraniani sperassero di non essere scoperti dai satelliti. A Teheran sanno benissimo che qualsiasi loro movimento in Siria viene costantemente monitorato e quindi è impensabile che sperassero di tenere la loro nuova base nascosta. Semplicemente non gliene importa nulla, anzi, sembra quasi una sfida aperta a Israele affinché intervenga ancora una volta.

La vera notizia non è quindi che gli iraniani stanno costruendo una nuova base in Siria, ma che lo fanno apertamente alla luce del sole e senza il timore di essere scoperti, come sa la cosa fosse normale, come se tutto quello che sia funzionale a mettere in pericolo Israele fosse una cosa del tutto lecita, quasi un dovere.

La cosa è perfettamente coerente con le dichiarazioni iraniane fatte negli ultimi mesi ai più alti livelli. Gli iraniani non nascondono la loro intenzione di attaccare Israele. A dire il vero non lo hanno mai fatto sin dai tempi di Ahmadinejad, ma in qualche modo fino ad ora dopo una minaccia era sempre arrivata una dichiarazione tranquillizzante. Non più di recente. Adesso alle minacce Teheran fa seguire i fatti e lo fa così apertamente da far sembrare un attacco a Israele una cosa normale, così normale che se si escludono gli Stati Uniti tutto il resto del mondo sembra averlo preso come un fatto acquisito, come appunto una cosa normale, tanto che nessuno fa un fiato su quello che gli iraniani stanno mettendo in piedi in Siria.

In sostanza gli iraniani hanno deciso che non ha più alcun senso nascondere le loro intenzioni ma che, anzi, la vera sfida sarebbe stata quella di inculcare nell’occidente e nel mondo musulmano l’idea che attaccare Israele sia una cosa lecita e giustificabile. Per questo se ne infischiano altamente dei satelliti. Per questo se ne infischiano se ogni giorno si scopre che nuovi miliziani sciiti arrivano da ogni dove in Siria per rafforzare le milizie di Hezbollah e le Guardie delle Rivoluzione Iraniana da mesi presenti ai confini con Israele.

E a dar loro manforte c’è quell’assurdo silenzio dell’occidente di fronte a questa vera e propria pianificazione di un genocidio. L’Europa non ha mai detto una sola parola né sulle minacce iraniane a Israele né su quello che Teheran sta facendo in Siria. La Russia sembra addirittura “complice con riserva”, nel senso che non vuole apparire apertamente complice e per questo continua a parlare con Israele, ma lo è, eccome se è complice di questo piano. L’Onu non è pervenuto, proprio se ne disinteressa.

E allora gli iraniani, prendendo per buono l’assunto che “chi tace acconsente”, continuano imperterriti nella costruzione del loro piano genocida verso lo Stato Ebraico, continuano a costruire la loro macchina da guerra a pochi Km dal confine con Israele e lo fanno tranquillamente alla luce del sole, senza più nemmeno il pudore di farlo segretamente.

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