Libia (Rights Reporter) – Voci non confermate diffuse ieri dalla stampa libica sostengono che il Generale Khalifa Haftar, capo del cosiddetto “esercito libico”, si sarebbe recato al Cairo per chiedere che l’aviazione egiziana attacchi le città di Derna, Ajdabiya e altre città libiche non ancora sotto il suo controllo. Lo riferisce il The Libya Observer.

L’intenzione del Generale Haftar sarebbe quella di arrivare in breve tempo non solo a conquistare tutte le maggiori città libiche ma soprattutto quello di abbattere il Governo libico di Tripoli, cioè l’unico Governo attualmente riconosciuto a livello internazionale e mettere così il mondo di fronte al fatto compiuto.

A spingere il Generale Haftar a recarsi al Cairo sarebbero state anche questioni legate alla sicurezza dell’Egitto dato che l’intelligence egiziana sostiene che l’attacco terroristico avvenuto qualche giorno fa a Wahat sarebbe stato compiuto da uomini di ISIS entrati in Egitto dalla Libia. Il Generale Haftar sostiene che questo non sarebbe avvenuto se lui avesse controllato tutta la Libia e per questo chiede una “vorticosa” accelerazione militare all’Egitto che però rimane restio a farlo e preferirebbe andare per gradi.

«Il Cairo ha una strategia più calma e graduale rispetto a quella del Generale Haftar» ha detto un portavoce del Governo di Tobruk che si oppone a quello di Tripoli «ma noi siamo convinti che al mondo non resterebbe che accettare il fatto compiuto se le forze del Generale Haftar prendessero anche Tripoli» ha concluso il portavoce facendo intendere che il Governo di Tobruk approva il piano del Generale Haftar.

Il rischio che ventilano a Tobruk e che in qualche modo potrebbe convincere l’Egitto a forzare i tempi, è quello di un riposizionamento di ISIS in Libia, una eventualità che a detta di Tobruk sarebbe scongiurata se il Generale Haftar riuscisse nell’opera di controllare tutta la Libia.

Per il momento il Presidente egiziano al-Sisi avrebbe deciso di non “forzare i tempi” e di procedere con cautela contro Tripoli per non rovinare le buone relazioni con la comunità internazionale, ma se i timori di Tobruk si rivelassero fondati potrebbe ben presto cambiare idea.