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Rights Reporter > Medio Oriente > Lo Stato Islamico al capolinea? Ma potrebbe diventare più pericoloso
Medio Oriente

Lo Stato Islamico al capolinea? Ma potrebbe diventare più pericoloso

By redazione Published 28 Maggio 2016
4 Min Read
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stato-islamico-isis

Forse è troppo presto per dire che lo Stato Islamico è arrivato al capolinea della sua cruenta storia, ma tutto lascia pensare che ormai ci siamo. Preso tra diversi fuochi con le città di Fallujah e di Raqqa ormai praticamente perse e i combattenti in rotta, lo Stato Islamico potrebbe trasformarsi in qualcosa di ancora più pericoloso e rivolgere le sue attenzioni ad altri territori.

In queste ore le truppe scelte irachene addestrate e supportate dai militari della coalizione internazionale affiancate dai Peshmerga curdi stanno riconquistando importanti fette di territorio iracheno e stanno mettendo fine al mito dell’ISIS come un esercito imbattibile, mito creato a suon di stragi e grazie anche a una certa inerzia iniziale di fronte a pochi miliziani violenti che però erano tutto fuorché imbattibili se a fronteggiarli ci fosse stato un esercito “normale”. I Peshmerga curdi per primi hanno dimostrato che lo Stato Islamico era tutto fuorché imbattibile e i fatti recenti lo dimostrano.

La situazione sul terreno cambia troppo in fretta per riuscire a dare dati aggiornati. Diversi media mediorientali parlano della città di Fallujah riconquistata ma con ancora qualche sacca di resistenza, e di quella di Raqqa in procinto di cadere. Tuttavia l’agenzia Rudaw dice che ancora Fallujah non sarebbe caduta mentre riporta che miliziani dell’ISIS starebbero avanzando verso il confine turco. Come si vede una situazione molto dinamica e a tratti confusa. Quello che appare certo è che lo Stato Islamico è in forte difficoltà il che, secondo molti esperti, potrebbe prefigurare un netto cambio di strategia da parte dei terroristi islamici.

Il rischio più concreto è che lo Stato Islamico si trasformi in qualcosa di molto simile ad Al Qaeda, cioè in un vero e proprio gruppo terrorista che colpisca senza nessuna strategia e quindi diventi del tutto imprevedibile e difficile da colpire. L’altro rischio più che concreto è che lo Stato Islamico si trasferisca armi e bagagli da altre parti, per esempio in Libia dove è già presente e dove si teme possa ottenere rinforzi importanti sia dalle sue diramazioni africane (Boko Haram e i gruppi magrebini) che da possibili combattenti europei. Ma anche in questo caso la situazione è talmente dinamica che è difficilissimo azzardare previsioni.

L’unica cosa su cui più o meno tutti gli esperti concordano è che ad un progressivo indebolimento dello Stato Islamico in Iraq e in Siria corrisponda un aumento del rischio attentati in Europa. L’ISIS deve dimostrare ai suoi adepti che a prescindere dalla situazione in Medio Oriente è in grado di colpire duramente il cuore del nemico e per farlo gli attentati eclatanti sono il mezzo migliore. In diversi forum Jihadisti si è notato un certo fermento sia per quanto riguarda possibili azioni in Europa che per quello che riguarda una sorta di chiamata alle armi nel nord Africa dove potrebbe godere non solo di importanti appoggi ma dove intere aree del Sahara sono completamente senza alcun controllo e molto difficili da monitorare. I punti caldi sono la Libia e la Tunisia ma non si sottovalutano le aree a cavallo tra il nord Africa e la zona sub-sahariana dove non vige alcun controllo e dove i gruppi jihadisti sono molto numerosi e controllano praticamente ogni attività illegale, dal traffico di esseri umani a quello delle armi e degli stupefacenti. Potrebbe essere quello il nuovo territorio dove lo Stato Islamico potrebbe stabilirsi e proliferare. Molti esperti di intelligence sono propensi a crederlo e lanciano continui allarmi che però, al momento, sembrano rimanere purtroppo inascoltati.

Scritto da Antonio M. Suarez

TAGGED: iraq, isis, libia, nord africa, siria, stato islamico

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