Medio Oriente: risuonano più minacciosi del solito i tamburi di guerra tra Iran e Israele dopo che domenica sera i pasdaran iraniani hanno lanciato una salva di missili balistici su obiettivi ISIS in Siria con l’evidente scopo di inviare un messaggio a Israele.
Non lo nasconde il consigliere del ministro degli esteri iraniano, lo sceicco Hussein al-Islam, che ieri parlando alla rete Al-Miyadin del lancio di missili balistici iraniani sulla Siria in risposta all’attentato compiuto da ISIS in Iran, ha ricordato che «al di la degli obiettivi colpiti in Siria il vero nemico dell’Iran rimane Israele» facendo intendere che più che inviare un messaggio allo Stato Islamico quello iraniano era un messaggio a Israele. «L’attacco missilistico di domenica sera ha dimostrato la potenza delle Guardie della Rivoluzione iraniana» ha detto Hussein al-Islam al network pan-arabo aggiungendo poi di ritenere che «Israele abbia compreso il messaggio». Tuttavia ha poi aggiunto che il messaggio valeva anche per gli arabi e per gli Stati Uniti la cui presenza in Siria è illegale.
Durissima la reazione israeliana alle parole di Hussein al-Islam. Il Premier Benjamin Netanyahu ha ammonito l’Iran di guardarsi bene dal minacciare Israele. «L’esercito, le forze di sicurezza e l’intelligence stanno monitorando costantemente le attività iraniane in Siria tra le quali il tentativo di stabilirsi permanentemente in Siria e di trasferire armi avanzate ad Hezbollah» ha detto Netanyahu alla stampa che gli chiedeva un commento sulle parole del consigliere del Ministero degli Esteri iraniano. «Ho un messaggio all’Iran: non minacciare Israele» ha poi concluso il Premier israeliano.
Oltre le scaramucce verbali
Ma se qualcuno pensasse che quelle tra Iran e Israele siano solo scaramucce verbali si sbaglia di grosso. La situazione al confine tra Israele, Siria e Libano si fa sempre più tesa e complessa. I Pasdaran iraniani sono sempre più massicciamente presenti sul Golan siriano mentre Hezbollah continua con l’opera di fortificazione dei villaggi libanesi vicini al confine con Israele. Un rapporto del Mossad parla di decine di abitazioni civili trasformate in depositi di armi e postazioni di lancio per missili. Nel Golan siriano le Guardie della Rivoluzione iraniana sono diventate stanziali e stanno cercando di fare di tutto per aprire un corridoio diretto che attraverso la Siria e l’Iraq permetta alle forze iraniane di trasferirsi facilmente al confine con Israele. Tutto fa pensare che l’Iran stia posizionando le sue pedine per dare scacco allo Stato Ebraico. E naturalmente Israele non lo può permettere.
Scontro tra Stati Uniti e Russia
Ad aggravare la già tesissima situazione arriva lo scontro tra gli Stati Uniti e la Russia dopo che un aereo americano ha abbattuto un caccia siriano. Ieri Mosca ha annunciato la sospensione dell’intesa sulla sicurezza dei voli militari attuata con Washington per evitare scontri accidentali annunciando anche che «tutti gli aerei della coalizione internazionale che voleranno in Siria, ad ovest dell’Eufrate, saranno considerati potenziali bersagli dell’aviazione russa». Non è chiaro tuttavia se la rottura dell’accordo con gli Stati Uniti vale anche per quello simile tra Mosca e Gerusalemme. Sarebbe un enorme favore a Teheran e agli Hezbollah anche se i caccia israeliani hanno dimostrato più volte di riuscire ad eludere i sistemi di difesa siriani forniti dalla Russia a Damasco (per esempio i fantomatici S-300).
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