Nucleare iraniano: Obama e la politica del ricatto

Obama invia in Israele uno dei suoi uomini di punta per addolcire la “polpetta avvelenata” dell’accordo sul nucleare iraniano, una mossa che sembra quasi riconciliatoria con lo Stato Ebraico, ma che in realtà nasconde l’ennesimo ricatto

Mano a mano che si avvicina la ratifica da parte degli USA dell’accordo sul nucleare iraniano, ormai praticamente data per certa (con o senza l’uso del veto da parte di Obama) si infittiscono i tentativi da parte americana di addolcire la polpetta avvelenata. Oggi è arrivato in Israele un alto funzionario del Tesoro USA per discutere con i funzionari israeliani come aumentare le pressioni e i controlli sui gruppi terroristici legati a Teheran.

Adam Szubin, sottosegretario per il terrorismo e l’informazione finanziaria del Dipartimento del Tesoro USA, incontrerà alti esponenti del Governo israeliano per decidere con loro una strategia di contenimento del sostegno iraniano a diversi gruppi terroristici quali Hezbollah, Jihad Islamica e Hamas. Il Governo americano vuole così sottolineare il proprio impegno ad aumentare la cooperazione con Israele nella lotta ai gruppi terroristici che minacciano lo Stato Ebraico per nome e per conto dell’Iran agendo come veri e propri proxy del regime iraniano.

L’iniziativa, molto pubblicizzata da Obama che si appresta a parlare alla comunità ebraica americana per spiegare i “vantaggi” dell’accordo sul nucleare iraniano, è in realtà un semplice contentino, una mossa pubblicitaria del Presidente americano. Gli Stati Uniti non dovrebbero infatti mettere sul piatto una cosa scontata, cioè la lotta ai gruppi terroristici, in cambio di un accordo suicida come quello sul nucleare iraniano. Anzi, in questo caso il fatto assume le sembianza di un ricatto mascherato: gli USA sosterranno Israele nella lotta al terrorismo islamico se Israele la smetterà di ostacolare l’accordo sul nucleare iraniano.

Secondo una nota diffusa dal Dipartimento del Tesoro USA, Adam Szubin garantirà agli israeliani un rinnovato e maggiore impegno da parte del Tesoro americano nel monitorare le attività finanziarie iraniane indirizzate al sostegno dei gruppi terroristici. Ma anche questa non dovrebbe essere una cosa da “promettere” in cambio di qualcos’altro, in questo caso la fine delle pressioni sul nucleare iraniano, ma una normale attività volta a combattere il terrorismo islamico di matrice iraniana.

Più Obama procede nel suo piano suicida, più appare chiara la sua politica di ricatto nei confronti di Israele per costringere lo Stato Ebraico ad accettare l’accordo sul nucleare iraniano nonostante il pericolo esistenziale che esso rappresenta.

Scritto da Adrian Niscemi