Chi fosse realmente Barack Hussein Obama lo avevamo capito sin da subito con il suo discorso all’Università del Cairo quando parlava di “un nuovo inizio con l’islam”. Era l’alba del suo primo mandato e il neoeletto Presidente USA aveva già le idee chiare.
«Io sono qui oggi per cercare di dare il via a un nuovo inizio tra gli Stati Uniti e i musulmani di tutto il mondo; l’inizio di un rapporto che si basi sull’interesse reciproco e sul mutuo rispetto; un rapporto che si basi su una verità precisa, ovvero che America e Islam non si escludono a vicenda, non devono necessariamente essere in competizione tra loro. Al contrario, America e Islam si sovrappongono, condividono medesimi principi e ideali, il senso di giustizia e di progresso, la tolleranza e la dignità dell’uomo» disse Obama in uno dei passaggi più applauditi del suo discorso. L’11 settembre? Solo l’atto di violenti estremisti che avevano sfruttato le differenze tra l’America e l’islam, differenze che chiaramente Obama non vedeva visto che a sua detta a unire gli Stati Uniti e l’islam c’erano “i medesimi principi e ideali, il senso di giustizia e di progresso, la tolleranza e la dignità dell’uomo”. Allora quell’infelice accostamento fece storcere la bocca a più di una persona ma nessuno poteva immaginare che era solo l’inizio di una politica volta totalmente a portare la Fratellanza Musulmana al potere in tutto il mondo islamico, l’inizio di quel processo che nell’arco di otto anni non solo ha disintegrato il Medio Oriente ma ha provocato le più grandi carneficine dal dopoguerra a oggi (se si escludono quelle africane) e ha destabilizzato una intera regione. Obama voleva sdoganare definitivamente la Fratellanza Musulmana trasformandola in un qualcosa di politico, nel rappresentante ufficiale dell’islam sunnita e per farlo non ha esitato a destabilizzare prima la Tunisia, poi l’Egitto e la Libia e infine la Siria. Il risultato di questa politica è davanti agli occhi di tutti: un mare di macerie e il terrorismo islamico che non è mai stato così forte e pericoloso. E mentre sgretolava il Medio Oriente, faceva nascere lo Stato Islamico credendo di armare un gruppo di boy scout, concludeva un accordo sul nucleare iraniano che con molta probabilità nel giro di pochi anni consegnerà la bomba atomica agli Ayatollah e infine attaccava sistematicamente Israele, cioè l’unica vera democrazia in Medio Oriente. Un capolavoro, non c’è che dire.
Personalmente non sono molto propenso a pensare che Obama avesse questo in mente, penso piuttosto che sia un idiota, un utile idiota involontariamente funzionale all’islam più radicale. Tuttavia penso che con Israele Obama abbia fatto tutto volontariamente, che alla base della sua politica anti-israeliana, sebbene contornata da un sostegno militare a cui non si poteva opporre, ci sia un odio reale verso lo Stato Ebraico e verso tutto ciò che Israele rappresenta, quello stesso odio innato in tutti i musulmani e in particolare nella Fratellanza Musulmana. Non ha potuto portare i Fratelli Musulmani al potere e allora sfoga la sua frustrazione cercando di danneggiare il loro maggior nemico, la democrazia israeliana.
Non si spiegano altrimenti gli ultimi passi fatti dall’Amministrazione Obama contro Israele. E se tanto mi da tanto prima di andarsene dalla Casa Bianca, Obama farà in modo di danneggiare ulteriormente la democrazia israeliana, magari cercando di legare le mani al Presidente eletto, Donald Trump, che sin da subito ha fatto capire che la politica verso lo Stato Ebraico sarebbe cambiata in modo radicale.
E a guardare il mondo che lascia Obama fa amaramente sorridere quel frettoloso Premio Nobel per la Pace attribuitogli sulla fiducia. Mai visto un Premio Nobel per la Pace con tanto sangue sulle mani (anche se a dire il vero ci sarebbe Arafat), mai visto un Premio nobel per la Pace combattere contro una democrazia e a fianco di chi rifiuta ogni forma di democrazia come la Fratellanza Musulmana. Almeno a Gorbaciov diedero il Nobel per aver messo fine alla guerra fredda, ci voleva il Premio Nobel Obama per scatenarla nuovamente.
Da quel discorso all’Università del Cairo che probabilmente gli ha fruttato proprio il Nobel per la Pace sulla fiducia, Obama non ha fatto altro che distruggere, provocare massacri, attaccare democrazie, devastare mezzo mondo con le sue scelte scellerate. E non è che con la sua uscita di scena le cose potranno cambiare nel giro di poco tempo. Ci vorranno decenni per rimediare ai suoi orrori, ammesso che in questi 20 giorni che ci separano dalla liberazione non ne combini altri di orrori. E purtroppo temo che lo farà, i segnali ci sono tutti.
Di Franco Londei
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