Gli stati arabi temono che il caso Khashoggi possa destabilizzare la regione e che a seguito dell’omicidio di quello che era una delle maggiori voci della Fratellanza Musulmana le alleanze saltino, specie quella giudicata di ferro tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita.

Ieri, secondo la SBS News, il Presidente americano, Donad Trump, avrebbe deciso di inviare in Turchia nientemeno che il direttore della CIA, Gina Haspel, per capire con esattezza le prove che Erdogan dice di avere in mano, prove che a detta del dittatore turco inchioderebbero il Principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, come mandante dell’omicidio.

Sempre ieri il presidente Trump ha detto che il caso Khashoggi «è uno dei peggiori insabbiamenti della storia» e che «i sauditi hanno combinato un guaio». Ma almeno per ora evita di attaccare direttamente il principe saudita anche se il Dipartimento di Stato americano ha revocato i visti di 21 cittadini sauditi molti dei quali vicinissimi al principe ereditario.

Trump sta cadendo nel tranello di Erdogan

Ed è proprio Mohammed bin Salman (MBS) ad essere nel mirino di Erdogan. Il principe ereditario saudita fino ad oggi ha portato avanti una politica molto aggressiva nei confronti dell’Iran e della Fratellanza Musulmana della quale Erdogan si è auto-nominato guida suprema. Il dittatore turco vede nel caso Khashoggi l’opportunità di indebolire i poteri di MBS e di erodere l’alleanza di ferro tra Washington e Riad. E Trump forse sta cadendo a piè pari in questo tranello.

«La situazione è un dilemma per la regione a causa dell’incertezza su come influenzerà il rapporto con gli Stati Uniti a lungo termine», ha detto un alto funzionario di un paese del Golfo Persico al Washington Post.

Molti dei Paesi del Golfo avevano seguito l’Arabia Saudita sia nella escalation nei confronti dell’Iran che nella lotta senza esclusione di colpi contro la Fratellanza Musulmana. E tutto sembrava filare liscio prima del caso Khashoggi. Ora i dubbi espressi dal Presidente Trump sulla vicenda e le minacce di ritorsione verso Riad portano molti Paesi del Golfo a pensare che quegli equilibri possano essere rotti con un importante vantaggio sia per Teheran che per i Fratelli Musulmani.

Il timore è che il Presidente Trump, messo sotto pressione dal Congresso e dall’opinione pubblica americana, riveda la sua alleanza con l’Arabia Saudita e che questo possa rafforzare l’Iran e sconvolgere quindi i già fragili equilibri regionali.

Di sicuro i grandi media americani stanno alzando un polverone non indifferente sul caso Khashoggi, come un predatore che ha individuato una preda. E la preda si chiama Mohammed bin Salman.