E’ stata una delle più importanti e ardite azioni di spionaggio della storia della intelligence quella che ha permesso al Mossad di entrare in un magazzino segreto a Teheran e di sottrarre agli iraniani qualcosa come 110.000 file, 55.000 pagine e 55.000 file digitali su CD-ROM. Mezza tonnellata di materiale segreto riguardante il programma nucleare iraniano che però non sembrano interessare l’AIEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica.
Eppure in quei file c’è la prova provata che l’Iran ha mentito al mondo sul suo programma nucleare, che aveva programmato la costruzione di almeno cinque ordigni nucleari e che probabilmente non ha mai veramente abbandonato l’idea.
Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, lo scorso maggio ha presentato queste prove durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e tutti si aspettavano una qualche reazione, soprattutto da parte della AIEA che avrebbe dovuto dare il via immediatamente a verifiche sia sul campo che dei file e documenti trafugati dal Mossad. Invece da allora non è successo niente.
Nemmeno dopo l’ulteriore scoperta di una struttura nucleare a Teheran, sempre per opera del Mossad, l’AIEA ha sentito il dovere di verificare. Come mai?
Se lo sono chiesto anche a Gerusalemme tanto che da mesi stanno tempestando l’agenzia per l’energia atomica di messaggi e richieste, il tutto senza ottenere però alcuna risposta.
Ora ci prova il Presidente americano Donald Trump a smuovere le acque. Secondo un rapporto pubblicato lunedì dal sito web Axios.com, gli americani hanno promesso a Israele che avrebbero fatto pressione sulla AIEA affinché controlli i documenti e le informazioni sottratte dal Mossad a Teheran.
Sarebbe stato l’inviato speciale degli Stati Uniti, Brian Hook, a promettere agli israeliani che l’ambasciatore americano presso l’AIEA, Jackie Wolcott, avrebbe fatto “forti pressioni” affinché gli ispettori internazionali controllassero le informazioni carpite dal Mossad all’Iran.
Ma a prescindere da come andrà a finire, il dubbio sul perché l’AIEA non abbia controllato quelle migliaia di documenti rimane.
Non giudica attendibile il Mossad? Non considera importanti quei documenti? Ritiene che siano dei falsi? Sono tutte domande che non possono trovare risposta se prima gli ispettori non controllano quella mezza tonnellata di documenti sottratti agli iraniani.
E viene da chiedersi su chi sia a fare pressione sulla AIEA affinché non controlli quel materiale, perché è indiscutibile che qualcuno che fa pressione ci sia.
E deve essere davvero una pressione molto forte se gli ispettori si permettono e si sentono autorizzati a snobbare una rivelazione così importante e per di più fatta davanti all’Assemblea Generale dell’Onu.