Rinunciare a Svezia e Finlandia nella NATO piuttosto che cedere a Erdogan

19 Maggio 2022

Cominciamo con il dire che l’opposizione di Erdogan all’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO ha poco a che vedere con il PKK, come invece ci vuol far credere il dittatore turco.

Aggiungiamo che sui media si sta facendo un po’ troppa confusione tra PKK, YPG (Unità di difesa popolare) e Peshmerga, quindi prima di tutto facciamo chiarezza.

I curdi non sono tutti uguali

I curdi del PKK non stanno simpatici a nessuno, nemmeno ai loro fratelli, i curdi del YPG sono quelli che hanno sconfitto l’ISIS (non lo ha fatto Putin come credono i creduloni) i Peshmerga sono i curdi iracheni della Regione semi-indipendente del Kurdistan iracheno.

Il PKK opera prevalentemente in Turchia e in piccole e remote zone del Kurdistan iracheno ed è considerato un gruppo terrorista anche dalla UE e dagli Stati Uniti.

Il YPG sono sostanzialmente i curdi siriani (anche individuati nel PYD) e non sono affatto collegati al PKK come invece vuol far intere Erdogan che ha usato questa scusa per invadere il Kurdistan siriano. Hanno sconfitto l’ISIS per tutti noi, dopo di che sono stati vilmente abbandonati al loro destino, cioè nelle mani del dittatore turco anche se di recente, ben armati, stanno resistendo abbastanza bene.

I Peshmerga non hanno bisogno di presentazione, sono i curdi iracheni che oltre ad aver preso a schiaffoni l’ISIS e tutti quelli che negli anni li hanno combattuti,hanno ottenuto una certa indipendenza da Baghdad. Hanno rapporti discreti con la Turchia e non amano il PKK che incolpano per non essere riusciti a creare uno stato indipendente del Kurdistan, che rimane comunque il loro vero obiettivo.

Non sappiamo quanti curdi ricercarti dalla Turchia siano rifugiati in Svezia e in Finlandia, immaginiamo qualche decina del PKK e qualcuno del YPG/PYD (che per il resto del mondo non sono terroristi), ma è evidente che Erdogan usa la questione del PKK solo come ariete da sfondamento. Piuttosto va ricordato che Russia e Turchia hanno un accordo sul Kurdistan siriano.

Cosa potrebbe volere veramente Erdogan

Vedo in giro molti esperti che hanno tante certezze su quello che potrebbe volere veramente Erdogan. Io sinceramente non ne ho nessuna.

Considerando come sta messa economicamente la Turchia, la prima idea che mi viene in mente è che voglia soldi, tanti soldi. Dalla UE e dalla NATO.

La seconda cosa che mi viene in mente sono gli F-35. Dopo che Erdogan ha comprato gli S-400 dalla Russia, l’ex Presidente americano Donald Trump bloccò la consegna degli F-35 alla Turchia e impose limiti sulla condivisione di tecnologia militare e delle informazioni di intelligence con Ankara, nonostante fosse membro della NATO. Con ogni probabilità Erdogan chiederà la consegna degli F-35 a suo tempo ordinati e il ripristino della condivisione della tecnologia militare e della intelligence con i partner della NATO.

La terza cosa che mi viene in mente è la Libia dove Erdogan è pesantemente coinvolto e dove vorrebbe imporre a tutti un accordo truffaldino con il Governo di Tripoli che in sostanza gli consegna mezzo Mediterraneo. Ritengo che tra le richieste di Erdogan potrebbe esserci il riconoscimento di tale accordo.

Infine potrebbe chiedere mano libera con i curdi in Siria i quali per il momento mantengono il controllo di una piccola fetta del Kurdistan siriano e che stanno chiedendo una riunificazione con i loro fratelli iracheni.

Ne vale la pena?

Io ho disegnato quattro scenari ma ce ne potrebbero essere molti altri e comunque non è escluso che Erdogan punti addirittura a tutto quanto, visto che per l’occidente l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO è una questione di vitale importanza e se non riuscisse sarebbe una sconfitta politica molto significativa e una grossa vittoria per Putin.

Tuttavia è bene pensare a quale potrebbe essere il male minore. Prima di tutto Svezia e Finlandia possono essere difese anche stando fuori dalla NATO. Non solo perché fanno parte della UE ma perché si possono fare accordi di difesa e sicurezza sullo stile di quelli siglati dalla Gran Bretagna con i due paesi nordici.

In secondo luogo il prezzo da pagare a Erdogan potrebbe davvero essere troppo alto per una vittoria politica che militarmente non sposta niente.

Meglio un dittatore turco con gli F-35 e tutta la tecnologia e l’intelligence NATO (che abbiamo visto all’opera in Ucraina) con la quale può controllare e ricattare tutto il Mediterraneo, oppure meglio lasciare tutto così?

Possiamo permetterci di dare in mano al capo della Fratellanza Musulmana la tecnologia e l’intelligence che chiede oltre a dargli mano libera in Libia? Per cosa? Per una vittoria politica su Putin andiamo a dare un potere simile a Erdogan? Ne vale veramente la pena?

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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