Ieri il COPASIR attraverso il suo Presidente, Giacomo Stucchi, ha lanciato l’allarme in merito alla possibilità che i terroristi del ISIS fuggano attraverso i barconi usando le migliaia di migranti per confondersi e insinuarsi in Europa, sia per mettersi in salvo che per eventualmente colpire obiettivi europei.
«Con la liberazione di Sirte dall’ISIS lo scenario è completamente cambiato e cresce oggettivamente il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare» ha detto Stucchi molto preoccupato dalle notizie che arrivano dalla Libia, soprattutto dai documenti ritrovati dalla intelligence libica nei compound dell’ISIS a Sirte che parlerebbero esplicitamente di attaccare l’Italia e che farebbero riferimento a cellule già presenti sul nostro territorio. Se fino a ieri era considerato “altamente improbabile” che i terroristi islamici usassero i barconi per entrare in Europa in quanto poco sicuri, oggi in mezzo al caos derivato dalla liberazione di Sirte questa “remota possibilità” non sembra più tanto remota.
La cosa veramente paradossale e sulla quale si dovrebbe riflettere è che potremmo essere proprio noi ad aiutare i terroristi a fuggire dalla Libia e a entrare in Europa andandoli a prendere sin sulle coste libiche con le nostre navi.
Naturalmente la situazione attuale non permette di interrompere l’opera di “salvataggio” effettuata dai mezzi navali italiani e di altre nazioni, anche se ormai assomiglia più a un traghettamento che a un salvataggio. Troppe vite innocenti sarebbero a rischio. Ma questo non vuol dire che non sia arrivato il momento di cercare una soluzione alternativa al traghettamento di migranti.
Lo spunto ce lo offre il recente accordo tra il Governo libico, l’Unione Europea e l’UNICEF volto ad aiutare i giovani libici. Se si è potuto fare un accordo del genere con il Governo libico perché non farne uno anche per creare degli hotspot in Libia? Quell’accordo dimostra palesemente che non è affatto vero che non si possono fare accordi con il Governo libico fino a quando la situazione non sarà completamente sotto controllo come invece vanno dicendo i politici europei. D’altro canto proprio in Libia ci sono già centri di raccolta per migranti perfettamente funzionanti e operativi, come quello di Salah Edien a Tripoli, costantemente monitorato dalla Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM) da dove i migranti clandestini vengono regolarmente rimpatriati nei loro paesi di origine. Logico che ne caos libico questi centri rischino di diventare più dei lager che centri di permanenza temporanea, ma proprio su questo l’Unione Europea e l’Italia potrebbero fare parecchio anche e soprattutto attraverso un accordo con il Governo libico che permetta alle organizzazioni internazionali di operare in territorio libico al fine di trasformare questi centri in hotspot che filtrino i richiedenti asilo dai clandestini interrompendo nel contempo il traffico dei barconi che alimenta il traffico di esseri umani e che probabilmente finisce per finanziare proprio il terrorismo islamico.
E’ palese che non si può continuare all’infinito a traghettare i clandestini dalla Libia all’Italia, anche perché essendo mutata la situazione il rischio che con questo traghettamento si finisca per aiutare la fuga dei terroristi e il loro ingresso in Europa è oggettivamente molto alto. Va bene traghettare i clandestini per non lasciali affondare in mare, ma aiutare anche i terroristi ad entrare in Europa assomiglia tantissimo a un suicidio.
Il tempo delle chiacchiere è finito, il business dei clandestini deve finire non fosse altro che per evitare di aiutare anche i terroristi. Ci spiace per tutti coloro che di questa pratica ne hanno fatto un lucroso business, ma arrivati a questo punto la sicurezza dell’Italia e dell’Europa va posta al primo punto, come quella dei migranti africani che trovando in Libia quello che trovano in Italia non correranno rischi in mare. Bisogna uscire dalla logica che con la Libia non si possono fare ancora accordi, si possono fare eccome anche se la situazione rimane insicura.
Scritto da Carlotta Visentin