Sebbene la visita in Libano del sottosegretario di Stato americano per gli affari politici, David Hale, sia passata quasi inosservata tra i media che si occupano di Medio oriente, essa ricopre una grande importanza per capire quale futuro aspetta il Paese dei cedri.
Il nodo da risolvere purtroppo è sempre lo stesso: Hezbollah e la sua milizia armata totalmente fuori dal controllo dello Stato e delle sue strutture.
Gli Stati Uniti sostengono da sempre il Libano, anche con ingenti aiuti militari, il che crea un paradosso tutt’altro che semplice da gestire visto che la milizia armata di Hezbollah, manovrata dall’Iran, controlla (letteralmente) ampia parte del Paese, soprattutto il sud del Libano e non è affatto escluso che quegli aiuti finiscano in mano ai terroristi manovrati da Teheran invece che all’esercito regolare libanese.
E proprio del sud del Libano hanno parlato David Hale e il primo ministro designato Saad Hariri. «E’ inaccettabile che ci sia una milizia fortemente armata totalmente fuori dal controllo dello Stato» ha detto Hale al Primo Ministro libanese. «Questa milizia (Hezbollah n.d.r.) scava tunnel sotto la linea blu che finiscono in Israele, ha un arsenale di oltre 100.000 missili ed è più armata dello stesso esercito libanese» ha continuato il sottosegretario di Stato americano. «Essa mette in grave pericolo il Libano e la sua popolazione» ha poi concluso David Hale.
Il sottosegretario di Stato americano per gli affari politici ha esposto al Primo Ministro libanese i timori di Washington in merito al fatto che le armi americane consegnate all’esercito libanese possano finire in mano a Hezbollah e ha esposto quella che dovrebbe essere la nuova linea americana nei confronti del Libano.
Il rischio che il Libano entri nel circuito delle sanzioni americane all’Iran è molto concreto proprio a causa della presenza degli Hezbollah. Non solo. A causa della presenza del gruppo terrorista finanziato dall’Iran il Libano potrebbe trovarsi coinvolto in una guerra con Israele, un fatto questo che devasterebbe la già debole economia del Paese.
Per ora l’Amministrazione americana sembra orientata a imporre sanzioni mirate solo a Hezbollah, ma il legame tra il gruppo terrorista legato all’Iran e il Governo libanese è così stretto che sarà difficile tenere separate le due cose. E’ questo che David Hale ha spiegato a Saad Hariri prima e al Presidente libanese, Michel Aoun, poi.
«Gli Stati Uniti sono impegnati a lavorare con il popolo libanese e le istituzioni statali legittime, comprese le forze armate libanesi e le forze di sicurezza interne, per affrontare le sfide reciproche» ha detto David Hale al Presidente libanese. Ma la presenza di Hezbollah potrebbe mettere a rischio il sostegno americano.
Il sottosegretario di Stato americano per gli affari politici ha poi invitato il Libano a partecipare a una conferenza globale incentrata sul Medio Oriente, in particolare sull’Iran, prevista in Polonia 13 e 14 febbraio, ma difficilmente il Libano potrà parteciparvi senza infastidire gli Ayatollah che controllano Hezbollah.
Quella del Libano è una situazione purtroppo molto complessa, sia politicamente che militarmente. L’Iran, attraverso Hezbollah, controlla politicamente e militarmente il Paese impedendo al Libano di seguire la sua strada e di tornare ad essere quel Paese che fino a qualche anno fa veniva chiamato “la Svizzera del Medio Oriente”.
Bisognerebbe salvare il Libano da Hezbollah, ma per farlo servirebbe che i libanesi collaborassero, il che in questo momento non appare una ipotesi verosimile.