Potrebbe essere bloccato l’enorme contratto di vendita di armi americane ai sauditi firmato nei giorni scorsi dal Presidente Trump durante la sua visita in Arabia Saudita.
Sia al Senato che al Congresso sono infatti partite diverse azioni bipartisan per fermare almeno la vendita di determinate armi che, secondo diversi rapporti compresi alcuni delle Nazioni Unite, sarebbero usate dai sauditi per violare sistematicamente i Diritti Umani e il Diritto di Guerra in Yemen, armi che in mano ai sauditi sarebbero usate contro la popolazione civile.
A fare la prima mossa sono stati due membri del Congresso, il repubblicano Ted Yoho e il democratico Ted Lieu i quali con una lettera inviata alla Commissione Affari Esteri della Camera hanno invitato i colleghi a riconsiderare la vendita di munizioni di precisione teleguidate (PGM) ai sauditi. I due deputati hanno ricordato come l’Amministrazione Obama avesse già vietato la vendita di armi PGM ai sauditi a seguito della tantissime vittime civili in Yemen derivate dalle “significative carenze dell’aviazione saudita nel colpire con precisione gli obiettivi militari”. Ted Yoho e Ted Lieu evidenziano come la decisione presa dall’Amministrazione Obama derivasse da una seria riflessione dopo che diversi rapporti delle Nazioni Unite e di diverse ONG avessero denunciato le stragi di civili in Yemen perpetrate dall’aviazione saudita. I due deputati hanno ricordato che l’aviazione saudita ha attaccato senza alcun controllo ospedali, scuole, mercati e persino un funerale. Chiedono cosa sia cambiato da allora ad oggi per spingere l’Amministrazione Trump a cambiare la decisione del suo predecessore. Hanno quindi chiesto alla Commissione di esercitare il suo potere per fare “domande scomode” al Presidente Trump ed eventualmente bloccare almeno la vendita di munizioni PGM.
Nel frattempo, al Senato, i senatori Chris Murphy, Al Franken e Rand Paul presentavano una risoluzione congiunta di disapprovazione del contratto relativo alla vendita di armi americane ai sauditi firmato dal Presidente Trump. I tre senatori prendono spunto dalla legge sull’export di armi per cercare bloccare l’affare miliardario.
Ma sono in tanti a condannare la vendita di armi americane ai sauditi. Il Senatore Patrick Leahy ha accusato il Presidente Trump di “deferenza” verso uno dei regimi più violenti e repressivi del mondo. Altri hanno ricordato i tanti rapporti che dimostrano come con le armi americane i sauditi abbiano fatto strage di civili innocenti in Yemen e non solo, ricordando anche il pericolo che tali armi finiscano in mano a gruppi terroristi dato che l’Arabia Saudita è uno dei maggiori sponsor del terrorismo islamico.
Ma non ci sono solo voci discordanti. Il Senatore Bob Corker, capo della Commissione Esteri del Senato, ha detto che si aspettava azioni di “guerriglia” ma che la maggioranza dei membri del Senato è favorevole alla vendita di armi americane ai sauditi. Ha minimizzato le accuse mosse a Trump accusando i colleghi di strumentalizzare politicamente i rapporti contro l’Arabia Saudita che rimane uno dei maggiori alleati USA in Medio Oriente e ricordando come nemmeno Israele ha avuto nulla da ridire sulla vendita di armi americane ai sauditi, anche se in effetti da Gerusalemme sono arrivate diverse obiezioni e perplessità, seppure non in via ufficiale.