Siria e Israele sono ancora formalmente in guerra. Infatti nonostante gli accordi di cessate il fuoco firmati nel 1974 i due Paesi non hanno mai firmato un trattato di pace. Questa è una delle ragioni principali per cui nei giorni scorsi le centinaia di migliaia di cittadini siriani in fuga dai combattimenti nella Siria meridionale non sono potuti entrare in Israele. Ma questo non vuol dire che Israele non abbia fatto niente per alleviare le sofferenze dei cittadini siriani.
Operation Good Neighbor (Operazione buon vicinato)
Circa due anni fa Israele ha lanciato la Operation Good Neighbor (Operazione buon vicinato) una complessa operazione umanitaria che mirava a portare sollievo alla popolazione siriana in fuga dai combattimenti della guerra civile. In questi mesi non solo Israele ha consegnato tonnellate e tonnellate di aiuti umanitari ma ha curato centinaia di bambini siriani nei propri ospedali accogliendo in molti casi anche i genitori dei bambini.
Nelle ultime settimane i combattimenti intorno alla città di Daraa hanno spinto decine di migliaia di siriani a fuggire verso i confini con la Giordania e soprattutto verso quelli con Israele, giudicati più sicuri rispetto a quelli giordani. Questo ha spinto Israele ad aumentare considerevolmente lo sforzo umanitario tanto che la scorsa settimana con un vero e proprio blitz in territorio siriano (non privo di rischi) i militari israeliani hanno portato tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione siriana accampata a ridosso del Golan israeliano e ormai allo stremo.
Difesa militare dei civili siriani
Ma Israele non si limita solo a soccorrere i civili siriani a livello umanitario, li difende anche dagli attacchi dell’esercito siriano. Proprio ieri un colpo di mortaio sparato dalle linee siriane è atterrato a ridosso del confine con lo Stato Ebraico, pericolosamente vicino agli accampamenti dei profughi allestiti da Israele. Individuato il punto di partenza del colpo, un aero israeliano si è levato in volo e ha colpito e distrutto la postazione siriana. Né l’esercito siriano né i miliziani sciiti loro alleati hanno il minimo rispetto per i profughi siriani sunniti che anzi spesso diventano un target e vengono deliberatamente spinti a fuggire per quella che in molti considerano una trama volta alla sostituzione etnica dei sunniti con gli sciiti.
Il ringraziamento di donne e bambini siriani a Israele
Non mancano piccole-grandi soddisfazioni per i militari israeliani impegnati nella “Operazione buon vicinato”. L’ufficio del comandante dell’operazione che si trova all’interno del comando della 210a Divisione del Northern Command è tempestato di foto e disegni di bambini siriani che disegnano la Stella di David e di lettere di ringraziamento di mamme siriane che devono la vita dei loro bambini all’intervento di Israele. «Spero che i confini tra noi un giorno saranno solo geografici» scrive una donna siriana al comandante della “Operazione buon vicinato”. Tra tutti spicca il disegno incorniciato di una bambina siriana di nove anni che raffigura la bandiera israeliana (a tal riguardo oggi su Yedioth Ahronoth (1) potete trovare un bellissimo report scritto da Yoav Zitun che ha intervistato il colonnello a capo della Operazione buon vicinato).