Funzionari militari di Israele e Libano si sono incontrati ieri con la mediazione di UNIFIL per un incontro programmato dalla forza di pace ONU nel Libano meridionale a causa dell’aumento della tensione tra i due Paesi.
Principale nodo del contendere nella riunione di ieri è stata la barriera difensiva che Israele sta costruendo lungo il confine con il Libano. Secondo Beirut quella barriera si trova in territorio libanese e quindi viola la sovranità libanese.
Nei giorni scorsi anche Hezbollah aveva fatto sentire la propria voce sulla barriera difensiva israeliana definendola «un atto ostile contro il Libano» denunciando poi il fatto che una volta finita la barriera avrebbe «invaso il territorio libanese».
Di parere opposto i militari israeliani che hanno fatto notare sia all’Onu che ai libanesi come la barriera difensiva israeliana rispetti in pieno quanto stabilito dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite all’atto del ritiro di Israele dal Libano avvenuto nel 2000. Il Libano ha consegnato una nota di protesta a UNIFIL che l’ha immediatamente girata a Gerusalemme.
A strettissimo giro di posta è arrivata la risposta ufficiale del Governo israeliano il quale ha confermato la sua intenzione di andare avanti con la costruzione della barriera difensiva ammonendo nel contempo gli Hezbollah a non fare nulla per impedirne la costruzione.
«Israele non intende fermare la costruzione» ha detto un funzionario israeliano «ed Hezbollah pagherà caro se cercherà di aumentare la tensione. La reazione di Israele sarà forte e dolorosa» ha poi concluso.
Nella riunione di ieri si è parlato anche della diatriba sui giacimenti di Gas offshore e in particolare sul controverso “Blocco 9” che secondo Beirut si trova in territorio libanese e che per questo ha indetto una gara internazionale per il suo sfruttamento, una azione che ha fatto infuriare gli israeliani che invece ritengono il Blocco 9 posizionato in “mare conteso”.
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