Con un comunicato diffuso ieri sera UNIFIL, la forza di interposizione ONU basata nel Libano meridionale, ha confermato che il Libano ha violato la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

«L’IDF ha informato UNIFIL di aver scoperto finora quattro tunnel lungo la Blue Line» si legge nel comunicato. «Sulla base della valutazione indipendente, l’UNIFIL ha finora confermato l’esistenza di tutte e quattro le gallerie vicine alla Blue Line nel nord di Israele» continua il comunicato.

«Dopo ulteriori indagini tecniche condotte autonomamente in conformità con il suo mandato, UNIFIL in questa fase può confermare che due dei tunnel attraversano la linea blu. Questi costituiscono violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite» continua ancora il comunicato.

UNIFIL chiede poi al Libano di «assicurare azioni urgenti di follow-up in conformità con le responsabilità del governo del Libano ai sensi della risoluzione 1701».

E delle responsabilità di UNIFIL ne vogliamo parlare?

Troppo facile per UNIFIL scaricare tutte le responsabilità sul Governo libanese che per altro non ha alcun controllo su Hezbollah e su quello che il gruppo terrorista libanese fa.

Infatti sarebbe stato compito di UNIFIL vigilare affinché Hezbollah non si potesse né riarmare né minacciare in alcun modo Israele.

Invece dalla fine del conflitto tra Israele ed Hezbollah del 2006 i terroristi libanesi con la complicità iraniana si sono costantemente riarmati e potenziati proprio sotto il naso di UNIFIL arrivando ad essere il secondo esercito più potente dell’area dopo quello israeliano con oltre 30.000 uomini in armi (più un numero imprecisato di riservisti che si stima essere superiore alle 50.000 unità) e un arsenale che contempla oltre 150.000 missili e armi di ogni tipo.