Nella piccolissima Uganda ci sono attualmente 1,2 milioni di rifugiati. Nel mondo solo la Turchia ne ospita di più. Questa drammatica situazione è stata al centro dell’incontro tra il Presidente ugandese Yoweri Museveni e il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres.
Dall’incontro è emerso che le agenzie ONU e il Governo ugandese faticano parecchio a trovare i fondi per far fronte a questa immensa emergenza che sta interessando il piccolo pese africano. Per continuare l’assistenza ai rifugiati in Uganda servono circa due miliardi di dollari che però sia l’ONU che l’unione Africana faticano a trovare.
Attualmente in Uganda i rifugiati provenienti per la maggior parte dal Sud Sudan e dalla Repubblica Democratica del Congo, sono ospitati in 12 distretti (per la maggior parte del nord) dove la situazione si presenta davvero drammatica. Il Programma Alimentare Mondiale fatica a fornire gli alimenti necessari a sfamare questa gran massa di profughi mentre le ONG non sembrano particolarmente interessate alla grave crisi che sta vivendo l’Uganda. Se si fa eccezione per poche Organizzazioni non Governative, l’assistenza agli 1,2 milioni di rifugiati è affidata all’Onu e alle associazioni (molte occidentali) presenti in Uganda sin dai tempi della crisi umanitaria derivante dalla guerra civile. Ma la situazione è drammatica e i campi profughi sono sempre più pieni.
Secondo un recente rapporto della UNHCR ogni giorno in Uganda arrivano circa mille rifugiati dal Sud Sudan. Lo scorso anno solo da quella regione ne sono arrivati oltre 300.00 ai quali vanno aggiunti 215.309 dalla Repubblica Democratica del Congo, 38.176 dalla Somalia, 40.874 dal Burundi, 11.328 dalla Eritrea, 3.103 dal Sudan del Nord, 2.790 dall’Etiopia e 1.034 elencati nella categoria “altri”. E l’epidemia di Ebola appena scoppiata in Congo non lascia presagire nulla di buono.
Il prossimo mese a Kampala si terrà un vertice dedicato alla crisi dei rifugiati. Al summit oltre a Uganda e ONU parteciperanno anche dignitari e capi di stato di diversi. Non ci saranno i Paesi della Lega Araba (se si fa eccezione per il Sudan direttamente coinvolto nella crisi) e ci saranno pochissime ONG (almeno per quanto si sa al momento), il che appare francamente un controsenso vista la gravità della crisi in Uganda. Evidentemente sono più impegnate ad aspettare i profughi in Libia piuttosto che aiutarli dove realmente ce n’è bisogno.