A guardare le reazioni sulla possibile incriminazione di Israele per “crimini di guerra” da parte del Tribunale Penale Internazionale (TPI) si direbbe che ci sia da parte di molti una certa sottovalutazione del problema, anzi, dei problemi anche a livello globale.
Quello contro Israele è un vero e proprio attacco all’unica democrazia in un Medio Oriente costellato di regimi islamici, e già questo dovrebbe far preoccupare chi si occupa di politica estera.
Ma se una importante istituzione internazionale come il TPI dice di voler mettere sotto processo uno stato democratico che si difende dagli attacchi di gruppi terroristici e addirittura di regimi islamici come l’Iran, allora c’è qualcosa di molto serio che non funziona nel “governo mondiale”.
Se una istituzione internazionale come il TPI mette sotto processo chi difende la propria popolazione e ignora chi invece attacca deliberatamente i civili come fanno i terroristi palestinesi, allora non è un problema solo per Israele ma è un problema globale perché significa che quella istituzione internazionale nella migliore delle ipotesi è una burattino nelle mani dei quei regimi islamici dai quali Israele si difende.
Perché per esempio il Tribunale Penale Internazionale non indaga su quello che sta facendo la Turchia nel Kurdistan siriano? Perché non indaga su quello che fanno l’Arabia Saudita e l’Iran in Yemen, seppure su fronti contrapposti?
Non sono domande banali. Erodogan sta facendo una vera e propria pulizia etnica nel Kurdistan siriano, mentre i sauditi e gli iraniani sono anni che “macellano” civili in Yemen.
E cosa dire delle rivolte in Iran e in Iraq soppresse nel sangue dal regime iraniano? Sentito qualcosa dall’Aia a riguardo?
Non possiamo ridurre il tutto all’odio verso Israele, che pure esiste a partire dall’ONU fino alla più piccola agenzia di questo immenso e inutile baraccone. Oggi è un problema israeliano, domani potrebbe essere un problema per qualsiasi democrazia che si trovi a confrontarsi con la prepotenza islamica.
La possibile incriminazione di soggetti israeliani per crimini di guerra è un messaggio devastante per coloro che non accettano passivamente il predominio islamico, un predominio già evidente alle Nazioni Unite e nella geopolitica mediorientale e africana. Un messaggio che ci dice che non ci si può difendere dalla prepotenza islamica e che se lo si fa si può incorrere in questi pericolosi teatrini dell’assurdo.
Pericolosi perché, solo per citare una possibile conseguenza di questo procedimento, se il TPI procedesse su questa strada molti dirigenti israeliani si potrebbero trovare nelle condizioni di essere sottoposti a mandati di cattura internazionale e rischiare l’arresto in qualsiasi paese essi si rechino.
Successe la stessa cosa con il dittatore sudanese Omar al-Bashir, solo che Bashir coperto dai regimi islamici continuò imperterrito a girare libero per mezzo mondo mentre le sue milizie continuavano i massacri.
Non si tratta di avere due pesi e due misure. Qui non si sono né i due pesi né le due misure. C’è un solo peso e una sola misura, quella di ignorare qualsiasi prepotenza islamica e di colpire le democrazie per indebolirle.
Ed è in questo contesto che si vuole fare di Israele un esempio. Non si spiega altrimenti il fatto che il Tribunale Penale Internazionale voglia mettere sotto accusa uno Stato che difende i propri cittadini e non chi usa invece la sua gente come scudi umani.
Non servono prove per affermare questo, basta leggere la dichiarazione di plauso emessa ieri da Hamas alla notizia che il TPI potrebbe indagare la dirigenza israeliana per crimini di guerra. Dopo l’inganno la beffa.
Ormai i regimi islamici hanno preso possesso di tutte le organizzazioni internazionali. Non lo si evince solo dal fatto che all’ONU mettano a capo della Commissione per i Diritti Umani regimi come quello saudita o iraniano, o che la Commissione per la difesa dei Diritti delle donne venga affidata all’Iran, ogni singola sigla internazionale è in mano islamica.
Fanno e disfano quello che vogliono. Stabiliscono loro che il monte del Tempio è musulmano, che Gerusalemme è musulmana e via dicendo. Si appropriano di mezzo Mediterraneo e nessuno osa dire nulla. E ancora c’è qualcuno che pensa che sia solo un problema israeliano?