Non sono buone le notizie che arrivano dalle elezioni in Libano. Dalle prime proiezioni sembrerebbe infatti che il gruppo terrorista di Hezbollah insieme ai suoi alleati possa arrivare a superare la soglia del 50%.
E’ stata bassa l’affluenza al voto, pari al 49,2% e a farne le spese sembra essere il partito dell’attuale Primo ministro, Saad Hariri, che avrebbe dovuto raccogliere i voti dei musulmani sunniti. Già da ieri sera Hezbollah cantava vittoria. Ali Da’amoush, influente membro del gruppo terrorista che fa capo a Teheran, ha detto che Hezbollah e Amal dovrebbero avere la maggioranza in parlamento.
Hariri ha condotto una campagna elettorale tutta incentrata sul pericolo rappresentato per il Paese da Hezbollah, la marionetta di Teheran sempre più forte militarmente tanto da aver ampiamente superato l’esercito regolare libanese in quanto a uomini e armi.
Le paure espresse da Primo Ministro uscente, sostenuto dall’Arabia Saudita e dall’occidente, non sono però servite a convincere i libanesi sunniti a recarsi al voto mentre, al contrario, gli sciiti hanno accolto l’invito di Hezbollah e si sono recati in massa alle urne soprattutto nel sud del Paese.

«Ha vinto la resistenza» esultano questa mattina i media vicini a Hezbollah i quali affermano anche che «le interferenze di Arabia Saudita e Israele non sono servite a fuorviare il popolo libanese che invece ha votato in massa a favore dell’unica resistenza al regime sionista e alle interferenze straniere» hanno scritto i media vicini a Hezbollah.
Ora non resta che attendere i risultati finali che dovrebbero arrivare in giornata, ma per gli equilibri in Medio Oriente le elezioni in Libano sembrano segnare una svolta molto pericolosa specie se, come sembra, Hezbollah e i suoi alleati raggiungeranno la maggioranza parlamentare.