Buongiorno mondo. Ti sei accorto che non c’è più nessun accordo sul nucleare iraniano? Ieri gli Ayatollah lo hanno certificato annunciando il superamento della quota di 300 Kg di uranio arricchito, ben oltre quelli previsti dall’accordo che dovevano essere poco più di 200 Kg.
Ad annunciarlo attraverso l’agenzia ISNA è stato il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e a confermalo in via non ancora ufficiale è stata l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (AIEA).
Le reazioni
Immediate le reazioni mondiali. Il Presidente Trump ha detto che «l’Iran sta giocando con il fuoco» ribadendo che gli USA non permetteranno agli Ayatollah di dotarsi di armi atomiche.
Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha invitato l’Europa ad applicare sanzioni automatiche all’Iran anche se, secondo una fonte europea, non sono previste sanzioni automatiche in caso di “incoerenze” con l’accordo.
La Russia ha invece accusato gli Stati Uniti per aver “costretto” gli iraniani a violare i termini dell’accordo quando Trump è uscito dal JCPOA ed ha applicato sanzioni strangolanti a Teheran.
I motivi secondo Teheran
Venerdì scorso si è svolta a Vienna una riunione tra i vertici iraniani e quelli europei volta a superare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Teheran.
Ma gli Ayatollah hanno giudicato “non sufficienti” gli sforzi europei per aiutare l’Iran decidendo così di violare l’accordo. Una decisione che il il ministro israeliano dell’Energia, Yuval Steinitz, ha definito «un ricatto nucleare al mondo».
Punto di non ritorno
La decisione iraniana segna di fatto un punto di non ritorno, segna cioè la fine del JCPOA fortemente voluto dall’ex Presidente americano, Barack Obama, e giudicato dall’attuale Presidente Trump «il peggiore accordo possibile» e per questo rinnegato.
Cosa succederà adesso?
Difficile dire cosa succederà adesso. Sia Trump che Netanyahu continuano a ripetere che non permetteranno all’Iran di dotarsi di armi nucleari, ma non è chiaro se pensano di strangolare ulteriormente la già disastrata economia iraniana con ulteriori sanzioni, oppure pensano ad un attacco preventivo sulle centrali atomiche iraniane.
Di certo gli iraniani hanno avuto diversi anni per mettere in sicurezza sia le loro centrali atomiche che il materiale fissile, così non è affatto certo che colpendo le centrali nucleari iraniane il problema venga risolto.
La soluzione più probabile è quella di un ulteriore irrigidimento delle sanzioni che porti al crollo del regime iraniano. Ma anche in questo caso la soluzione non è né veloce né una garanzia di successo.
Nonostante le tante (e spesso incontrollate) voci di dissidenza all’interno dell’Iran, il regime tiene saldamente in mano il Paese mentre i Guardiani della Rivoluzione Islamica continuano ad accrescere la loro influenza.
Non solo. Le sanzioni sin qui applicate non hanno impedito agli Ayatollah di rafforzare la loro rete di proxy regionali attraverso i quali gli Ayatollah possono colpire praticamente ovunque in Medio Oriente (e non solo).
È molto difficile quindi disegnare uno scenario plausibile senza scadere nel generalismo.
Di certo c’è solo che se veramente Trump e Netanyhau vogliono impedire all’Iran di dotarsi di armi nucleari hanno poco tempo per farlo, anche perché non si sa cosa abbiano realmente fatto gli Ayatollah in questi anni e quanti passi avanti abbiano fatto nella loro corsa alle armi atomiche.