Onestamente mi rimane difficile capire tutta questa ostilità verso Netanyahu da parte di coloro che speravano in una svolta a sinistra di Israele.

Ancora più difficile mi rimane da capire come sempre le stesse persone che mostrano ostilità verso Netanyahu potessero pensare che Benny Gantz rappresentasse la sinistra. Il partito di Gantz (Blue and White) per sua stessa ammissione non rappresentava (e non rappresenta) la sinistra.

E dirò di più. In tanti, noi compresi, danno per scontato che Netanyahu si alleerà con i partiti della destra (destra) israeliana, il cosiddetto blocco ultra-ordotosso. All’inzio sicuramente sarà così, ma non sono convinta che quando le differenze di vedute tra il Likud e i partiti di destra verranno fuori (e verranno fuori, come sempre) Netanyahu non rovesci le carte in tavola e non si allei con Gantz.

Ho fatto questa premessa perché sinceramente vedo pochi motivi per cui il Premier israeliano debba essere criticato da sinistra.

E’ il Premier meno guerrafondaio della storia israeliana. Mentre in tanti in occidente e pure in Israele, lo descrivono come un prepotente e (appunto) guerrafondaio, non in pochi lo criticano per l’esatto contrario, cioè per la sua “mancanza di decisione”, soprattutto nei confronti di Hamas. Qualcuno di questi signori ha per caso provato a chiedersi cosa avrebbe fatto Gantz nei panni di Netanyahu con Hamas? No, perché mica sono tanto convinta che Gantz non avrebbe invaso la Striscia di Gaza se fosse stato al posto di Netanyahu.

E che dire della Siria e della presenza iraniana quasi al confine con Israele? Netanyahu fino ad oggi ha ordinato solo raid altamente selettivi e tutti (o quasi) coordinati con la Russia. Vi sembra un atteggiamento da guerrafondaio? Non direi proprio.

Eppure i maggiori commentatori sui media italiani (e non solo) ritengono che Israele, scegliendo ancora una volta Netanyahu, abbia scelto la via della guerra.

Che cosa strana. Eppure è stato proprio sotto la guida di Bibi che i maggiori paesi arabi si sono avvicinati a Israele e alle sue posizioni. Quando mai si era visto un ministro israeliano accolto con tutti gli onori in un Paese arabo? Eppure si continua a definire Netanyahu un “guerrafondaio”.

Forse il problema risiede nel fatto che sotto la sua guida il problema palestinese, che fino ad oggi era sempre stato considerato il problema dei problemi, abbia perso del tutto di visibilità tanto che non è nemmeno entrato nella campagna elettorale. Pensate, ha bypassato il problema dei problemi senza sparare un colpo. Davvero un guerrafondaio.

Qualcuno prima delle elezioni aveva detto che sarebbero state un referendum su Netanyahu. Beh, si mettano il cuore in pace. Il referendum lo ha vinto Bibi, senza appello.