Tornano prepotenti le minacce iraniane a Israele. Il comandante di uno dei più importanti corpi di repressione iraniani, le milizie Basij, un gruppo di assassini al soldo del regime iraniano, parlando a un gruppo di studenti iraniani definiti di “elite” ha detto di avere la speranza che le ideologie, i pensieri e le nozioni della rivoluzione iraniana aiutino i palestinesi a sbarazzarsi di Israele nei prossimi 10 anni. Lo riferisce l’agenzia iraniana FARS.
Secondo il pensiero espresso dal generale di brigata Mohammad Reza Naqdi, comandante delle milizie Basij tristemente note in occidente per il massacro di studenti durante le rivolte del 2009/2010 (rivoluzione verde), «se l’ideologia della rivoluzione iraniana è riuscita a spazzare via gli Stati Uniti dall’Iran e ha salvato il regime iraniano da Saddam Hussein può aiutare gli arabi palestinesi a spazzare via Israele entro il 2025».
A prescindere dalle sciocchezze dette dal generale Mohammad Reza Naqdi (a inizio mese aveva predetto anche il crollo degli Stati Uniti in 20 anni e che con l’elezione di Trump questo crollo sarebbe stato accelerato), è interessante notare come sempre più spesso gli iraniani facciano affidamento sui palestinesi per attaccare Israele. Non è un caso. Sappiamo che le milizie palestinesi sono fortemente infiltrate da terroristi legati a Teheran, sia in Giudea e Samaria che nella Striscia Gaza dove di recente Hamas ha nominato il suo nuovo capo, un elemento legato a doppio filo con l’Iran. Sappiamo anche che da diversi mesi Hezbollah sta cercando di implementare una alleanza con Fatah volta alla pianificazione di attentati in Israele. Perché quindi dovremmo stupirci delle parole del generale Mohammad Reza Naqdi? In realtà non ci stupiscono le sue parole quanto piuttosto la loro spregiudicatezza. Ormai gli iraniani fanno apertamente affidamento sul terrorismo palestinese per attaccare Israele, non lo fanno più nemmeno di nascosto. Ci stupisce invece il silenzio dell’Europa su queste aperte minacce che non vengono proferite da un esaltato qualsiasi ma da uno dei maggiori rappresentanti delle forze militari iraniane, sebbene comandante di sanguinarie milizie irregolari.
Redazione