Con Erdogan continuiamo a guardare il dito e non la Luna. Lo dissi anche lo scorso agosto quando il dittatore turco trasformò la chiesa di Santa Sofia in una moschea.
Ieri, con il plateale affronto ad Ursula von der Leyen, Erdogan ci ha dimostrato ancora una volta che il problema non sono gli altri, il problema è l’Europa e più in generale il mondo occidentale.
Ci siamo indignati per una sedia ma abbiamo taciuto sulle oltre 300 durissime condanne che proprio in queste ore i tribunali turchi hanno inflitto ai nemici di Erdogan che, secondo il dittatore islamico, avrebbero partecipato al finto golpe del 2016. Una vera e propria epurazione, prima fisica che politica, di tutti coloro che sarebbero stati d’ostacolo alle sue mira islamiste.
Ci siamo indignati per una sedia ma abbiamo taciuto quando Erdogan invece di arrestare i macellai dell’ISIS prima li ha protetti e poi li ha addirittura arruolati per mandarli prima a massacrare i curdi siriani e poi a combattere a proprio nome in ogni parte del mondo, sostituendo di fatto Abu Bakr al-Baghdadi.
Ci siamo indignati per una sedia ma abbiamo appena sollevato il ditino quando Erdogan ha fatto uscire la Turchia dalla Convenzione di Istanbul sul contrasto alla violenza sulle donne.
E ancora, ci siamo indignati per una sedia ma abbiamo praticamente taciuto quando la Turchia, un membro della NATO, ha prima comprato i missili S-400 dalla Russia e poi ha addirittura minacciato la Grecia (e la minaccia ancora), un altro membro della NATO e dell’Unione Europea.
E potremmo parlare per ore di quello che ha fatto e che sta facendo Erdogan al suo popolo e alle nazioni intorno alla Turchia. Ma noi abbiamo scatenato un putiferio per una sedia.
Non siamo solo degli ipocriti, siamo degli imbecilli che continuano a non capire il pericolo reale che rappresenta questo nuovo califfato islamico che si chiama Turchia.