Da Silvia Romano a Regeni, come la Fratellanza Musulmana usa le ONG

15 Maggio 2020

A scanso di equivoci premetto subito una cosa su Silvia Romano: conosco abbastanza bene il problema dei rapiti per lungo tempo da poter dire con certezza che nulla avviene volontariamente in quelle condizioni, anche se loro (i rapiti) sono convinti di aver deciso di testa loro.

Quindi, a prescindere dalla conversione all’Islam della giovane cooperante, lasciamo tempo al tempo, lasciamo cioè che la ragazza possa finalmente e realmente pensare con la propria testa e realizzare il tutto prima di esprimere giudizi spesso, purtroppo, avventati.

Ora però un discorso sulle ONG (o sulle tantissime ONLUS) che si avventurano in determinati contesti andrebbe fatto.

A me hanno sempre insegnato che una buon Organizzazione Non Governativa (che sia autorizzata ad usare la sigla ONG oppure che sia una semplice ONLUS) per prima cosa è imparziale e quindi non fa mai politica. Non interferisce mai con le leggi del paese dove si trova, non contesta mai apertamente la politica del paese che la ospita. Insomma, non cerca mai di influire politicamente sugli eventi che riguardano il paese ospitante.

Questo, che dovrebbe essere una condizione irrinunciabile per una buona ONG che intende operare in contesti difficili, negli ultimi anni viene troppo di frequente dimenticato e sempre più spesso assistiamo ad entrate “a gamba tesa” nella politica del paese ospitante.

Un esempio lampante lo abbiamo avuto con la storia di Giulio Regeni la cui morte avvenuta per mano dei servizi segreti egiziani, è stata usata senza pudore da alcune ONG per attaccare il governo egiziano.

Non che non vi siano ragioni per attaccare Il Cairo, ma non spetta alle Organizzazioni Non Governative farlo, nemmeno quando vi è una vicenda oscura (in tutti i sensi) come quella di Regeni.

La cosa che ho potuto notare negli ultimi decenni è che questa “intromissione” avviene molto più di frequente quando l’organizzazione umanitaria opera in un contesto islamico (ma anche no) dove l’opposizione è rappresentata dalla Fratellanza Musulmana o da gruppi ad essa collegati.

I Fratelli Musulmani sono infatti dei veri e propri specialisti nell’usare le organizzazioni umanitarie per promuovere e sostenere le loro idee politiche o la loro politica di opposizione.

Per fare l’esempio che riguarda Silvia Romano, i terroristi islamici somali di Al-Shabaab sono affigliati ad Al Qaeda (qualcuno dice anche all’ISIS, ma cambia poco) che basa tutte le sue convinzioni sui precetti e l’ideologia pura della Fratellanza Musulmana.

Ora guardate come è stata gestita mediaticamente la liberazione di Silvia Romano. Un vero capolavoro. Gli Al-Shabaab sono riusciti a propagandare il fatto che la ragazza si sia convertita, l’hanno convinta a scendere dall’aereo (in diretta mondiale) tutta bardata come le donne somale a dimostrazione del fatto che fosse “succube” e poi addirittura hanno fatto trapelare di aver incassato un riscatto milionario. Quale miglior propaganda per le loro idee?

Ecco, il caso di Silvia Romano è indicativo dell’abilità della Fratellanza Musulmana nell’usare a loro favore le organizzazioni umanitarie.

Un altro esempio lampante di questa abilità ce lo abbiamo in Medio Oriente dove organizzazioni umanitarie anche di importanza mondiale, come Amnesty International, sembrano più l’ufficio stampa di organizzazioni come Hamas o altri gruppi, piuttosto che una ONG imparziale che non dovrebbe far politica.

La IHH, ONG turca legata direttamente alla Fratellanza Musulmana e molto presente in teatri come la Somalia, fa politica apertamente e senza pudore, addirittura raccoglie fondi per i terroristi. Eppure viene considerata una tra le più importanti “organizzazioni umanitarie” del mondo.

In Israele c’è la più grossa concentrazione di ONG e associazioni del mondo, e se andiamo a vedere scopriamo che oltre il 90% di loro fa politica anti-israeliana prima ancora che progetti umanitari. E tutte (TUTTE) sono legate o collaborano a vario titolo con i Fratelli Musulmani.

È la “copertura perfetta”, usare una organizzazione umanitaria come mezzo di propaganda e addirittura come arma politica. Tutto si ammanta di una certa “credibilità” quando a propagandare una certa idea politica è una organizzazione umanitaria.

Pensate alla credibilità che ha una ONG come l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). Tutto quello che dicono viene preso per oro colato. Eppure nessuno sa niente di questa ONG nata dal nulla se non che ha sede in Gran Bretagna, che si oppone ad Assad ed è legata alla Fratellanza Musulmana (guarda il caso).

Quindi prendiamo spunto dalla vicenda della liberazione di Silvia Romano non per attaccare la ragazza (che è la vittima) ma per capire come funziona il meccanismo della “propaganda umanitaria” e per valutarlo sotto un’ottica diversa ricordando che capire come agisce il nostro avversario è il primo passo verso l’affermazione su di esso.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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