Israele non è pronto per una grande guerra e tutti gli allarmi in merito alla protezione dei civili vengono sistematicamente ignorati (o quasi) preferendo far passare l’idea che “tutto va bene e nulla è urgente”. Invece il quadro che delinea l’ultimo rapporto del Controllore di Stato è lapidario oltre che allarmante.

Si chiama Yosef Shapira il controllore di Stato (State Comptroller) che ha l’importantissimo compito di monitorare il sistema di difesa per i civili e le infrastrutture in caso di guerra. Ieri il controllore di Stato ha emesso un rapporto dedicato ai «preparativi per difendere il fronte interno contro la minaccia di missili e razzi» nel quale Shapira identifica «importanti lacune nella preparazione delle difese fisiche, dei rifugi, nei sistemi di allarme rapido ed evacuazione della popolazione».

Il rapporto di Yosef Shapira prende in considerazioni diversi fattori di rischio, da quello rappresentato da Hamas al sud a quello più pericoloso rappresentato da Hezbollah al nord passando per i recenti fatti legati agli incendi dolosi che hanno devastato Israele e hanno costretto all’evacuazione di migliaia di civili mettendo in mostra proprio quelle lacune che Shapira evidenzia. Ebbene, il rapporto è abbastanza impietoso ed evidenzia come durante i periodi di crisi la popolazione sotto il fuoco nemico ha difficoltà a raggiungere i rifugi, questi non sempre sono adeguati, manca il coordinamento tra gli apparati politici e militari e non sempre gli allarmi sono stati tempestivi. Se la difesa “strettamente militare” può vantare un buonissimo grado di reazione e sicurezza per situazioni non estreme come quella che si vive nel sud di Israele nella guerra con Hamas e quindi queste lacune vengono superate da un ottimo livello di intercettazione del nemico e dei razzi, lo stesso non si può dire al nord dove il rischio rappresentato da Hezbollah è molto più alto e l’ottimo livello di difesa militare potrebbe non essere sufficiente. Oltre a questo il rapporto di Shapira critica il Governo per non aver ancora attuato il piano di coordinamento deciso nel lontano 2014 che prevedeva una stretta collaborazione tra il Ministero della Difesa, la protezione civile e i vari uffici territoriali. Pur ammettendo che negli ultimi mesi i passi avanti fatti in questa direzione sono “evidenti” , Shapira li giudica non ancora sufficienti specialmente al nord dove si prevede il fronte più caldo. In sostanza il controllore di Stato chiede un maggiore e migliore coordinamento tra le varie istituzioni, un maggior numero di rifugi, una maggiore accessibilità agli stessi rifugi, un sistema di allarme rapido più efficiente e un piano di evacuazione per la popolazione sotto il fuoco nemico, un piano che allo stato attuale manca completamente. La mancanza di un qualsiasi coordinamento tra il Consiglio Nazionale di Sicurezza (NSC) e il Ministero della Difesa completa l’allarmante quadro.

Il problema più grande è a nord

Anche se tutti sembrano concentrati a sud dove la minaccia di Hamas rimane grave, in prospettiva il fronte più a rischio è quello a nord dove ci sono gli Hezbollah libanesi che dispongono di un numero impressionante di missili e di un esercito con una forza da non sottovalutare. Ebbene, i rifugi per la popolazione del nord sono insufficienti per una grande offensiva missilistica e i piani di evacuazione non sono pronti o comunque non sono adeguatamente aggiornati. L’unica esercitazione si è svolta lo scorso mese di giugno poi non se ne è più parlato. Nel frattempo l’IDF ha disegnato uno scenario da incubo nel caso di guerra con Hezbollah e contemporaneamente con Hamas, uno scenario che prevede anche forti infiltrazioni da terra in territorio israeliano, una eventualità alla quale i cittadini israeliani non sono preparati. E’ in questa zona che le lacune evidenziate dal rapporto di Yosef Shapira sono più evidenti, in particolare per quanto riguarda i rifugi e i piani di evacuazione.

Servono misure urgenti

Gli allarmi lanciati a più riprese dalla intelligence israeliana in merito ai rischi di un conflitto con Hezbollah non vengono sottovalutati a livello militare ma si sta facendo troppo poco per la protezione dei civili in caso di un grande attacco portato sia attraverso una pioggia di missili che attraverso operazioni di terra. Il rapporto di Shapira giudica insufficiente l’attenzione del Governo verso queste tematiche e chiede misure urgenti da implementare il prima possibile per ovviare a queste evidenti lacune.

Al momento non si hanno reazione dal Governo israeliano al rapporto del controllore di Stato e non ci è stato possibile ottenere alcuna dichiarazione ufficiale, ma da fonti del Ministero della Difesa apprendiamo che il Governo sta valutando molto seriamente il rapporto e le operazioni richieste dallo stesso con particolare riguardo alle misure urgenti richieste. Uno Stato è un grande Stato anche quando deve guardare ai suoi difetti e alle sue lacune.

Scritto da Maurizia De Groot Vos