Per Hezbollah niente più guerra contro Israele. Il Covid-19 o Coronavirus ha spazzato via anche questa crisi.
Sono 25.000 gli uomini mobilitati da Hezbollah per combattere l’epidemia di Coronavirus in Libano, anche se non ancora esplosa completamente. Tra loro 1.500 medici e 3.000 infermieri.
«È una vera guerra che dobbiamo affrontare con la mentalità di un guerriero» ha detto Sayyed Hashem Safieddine, capo del consiglio esecutivo di Hezbollah.
Fino ad ora in Libano ci sono stati poco più di 330 casi di Covid-19 ma si teme che sia solo l’inizio di una epidemia ben più vasta.
E non sono disponibili i dati dei cosiddetti “campi profughi palestinesi” che comunque sono esclusi dall’intervento di Hezbollah e del Governo libanese nonostante il richiamo fatto dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a Beirut in merito alla necessità di intervenire anche in quel contesto.
Non è chiaro al momento in cui scriviamo se siano esclusi dall’assistenza anche i profughi siriani presenti in territorio libanese.
Secondo Sayyed Hashem Safieddine l’intervento di Hezbollah non vuole sostituire quello governativo ma vuole essere un intervento di complemento.
Hezbollah ha individuato anche diversi siti o ex ospedali dove predisporre aree di quarantena e di cura per i malati.
L’epidemia di Coronavirus arriva in uno dei momenti più critici per il Libano, almeno a livello finanziario. Beirut ha infatti dichiarato di non poter far fronte ai propri debiti e quindi ha dichiarato il default finanziario. La valuta libanese ha perso fino al 40% del suo valore.