Fortunatamente la tempesta scatenata dal virus cinese COVID-19 in Medio Oriente non sembra aver determinato gli sconvolgimenti che si temevano.
Se si esclude l’Iran e in parte Israele, gli altri Paesi mediorientali sembrano aver attraversato la tempesta senza troppi danni.
Tuttavia c’è almeno una vittima eccellente tra quelle fatte, seppur indirettamente, dal COVID-19. È Abu Mazen (Mahmud Abbas), il Presidente della Autorità Nazionale Palestinese (ANP).
Intendiamoci, fisicamente il vecchio Presidente palestinese sta benissimo (salvo qualche acciacco dovuto all’età). È politicamente che forse finalmente potremo vedere la parola “FINE” al lungo regime del successore di Arafat.
Abu Mazen ha fatto un errore imperdonabile quando ha cercato, come fa sempre, di alimentare odio verso Israele sostenendo che gli israeliani stavano diffondendo deliberatamente il virus in Giudea e Samaria.
Questa volta gli è andata malissimo, bocciato in questo tentativo dal suo stesso popolo che ha capito non solo l’assurdità delle accuse, ma anche che il vecchio rais stava compromettendo gli aiuti israeliani ai colpiti dal virus.
Per un po’ lo hanno seguito anche i suoi fedelissimi, come il Primo Ministro palestinese Mohammad Shtayyeh, salvo poi abbandonare precipitosamente queste assurde calunnie e scegliere, a dispetto di quanto avrebbe voluto Abu Mazen, di collaborare con le autorità israeliane.
Ne è venuta fuori una collaborazione mai vista prima dove la popolazione palestinese si è affidata diligentemente ai propri dirigenti e ai propri servizi di sicurezza appoggiati da quelli israeliani.
La cosa stupefacente è che tutto è filato liscio come l’olio. Anche il controllo sui malati e sui regimi di quarantena affidati agli israeliani non hanno suscitato alcuna reazione da parte della gente palestinese. Al contrario, hanno visto una collaborazione mai vista prima.
E così Abu Mazen si è letteralmente eclissato, se si fa eccezione per un paio di inutili comparsate. La dirigenza palestinese ha dimostrato di poter fare a meno tranquillamente del vecchio rais, anzi, ne ha fatto proprio a meno dimostrando che non è affatto vero che dopo Abu Mazen c’è il nulla oppure c’è il regime di Hamas come nella Striscia di Gaza. Sono riusciti a resistere anche a una banda di pericolosi fanatici che non accettavano la chiusura delle moschee come mezzo di prevenzione.
In queste ore Abu Mazen sa cercando di riprendere “visibilità” attaccando a man bassa l’idea israeliana di annettere gli insediamenti in Giudea e Samaria, ma sta incontrando l’indifferenza della gente che ormai ha capito la sua totale inutilità e persino quanto il vecchio rais possa essere nocivo persino alla stessa causa palestinese.
Rimane purtroppo l’Europa a sostenere questo che è a tutti gli effetti un regime che dura ormai dal 2005 e che in tutti questi anni non ha fatto nulla di concreto per migliorare le condizioni di vita palestinesi.