La tensione tra Iran e Stati Uniti sta crescendo praticamente ogni giorno e le voci di un possibile scontro armato tra la maggiore potenza mondiale e gli Ayatollah si fanno ogni giorno più concrete.
Gli USA hanno deciso di trasferire nella regione una batteria di missili Patriot dopo che attendibili informazioni di intelligence hanno rivelato che gli iraniani avevano attrezzato alcuni battelli, chiamati “dhow”, come dei lanciamissili mobili.
I Pasdaran avrebbero trasformato questi battelli e li avrebbero attrezzati con un sistema per il lancio di missili balistici e corto e medio raggio, dopo di che li avrebbero posizionati al largo della costa iraniana da dove possono colpire diversi obiettivi nel Golfo Persico e volendo anche le navi in navigazione.
Nel frattempo la squadra d’attacco della portaerei USS Abraham Lincoln ha attraversato il canale di Suez e si trova in navigazione nel Mar Rosso diretta probabilmente nel Golfo Persico, mentre nella base di Al Udeid, in Qatar, sono arrivati i bombardieri B-52.
L’Iran sta affrontando una guerra a tutto campo
Ieri il Presidente iraniano, Hassan Rouhani, in un discorso tenuto a Teheran ha detto che l’Iran sta affrontando «una guerra a tutto campo» come non ha mai affrontato sia a livello militare che economico e ha chiesto al popolo iraniano di restare unito.
Gli ha fatto eco il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, il quale in una intervista ha ribadito che «l’Iran è il principale responsabile della destabilizzazione della regione» affermando poi che «gli Stati Uniti si stanno muovendo per risolvere il problema».
Dalle parole ai fatti
Se le parole di Pompeo non fossero abbinate al posizionamento strategico di importanti risorse adibite principalmente all’attacco, si potrebbe pensare al solito scambio di minacce verbali tra Stati Uniti e Iran. Ma questa volta la situazione sembra essere molto diversa.
Lo sforzo militare che stanno facendo gli Stati Uniti non sembrerebbe abbinato a una strategia dissuasiva quanto piuttosto a una strategia prettamente offensiva. Non si tratta di trasferimenti di “routine” ma di un marcato potenziamento di una forza d’attacco, ed è francamente poco credibile che il Presidente Trump sposti una simile forza solo per mostrare i muscoli.
Una strada senza uscita
Secondo l’agenzia di stampa cinese China.org, gli Stati Uniti hanno spinto l’Iran verso una strada senza uscita. Prima con il ritiro dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) poi con l’imposizione di pesantissime sanzioni economiche, Washington ha messo Teheran all’angolo costringendo gli Ayatollah a reagire per non arrendersi.
Secondo i cinesi la strategia americana è di spingere l’Iran a riprendere il programma nucleare al fine di avere “la scusa” per un attacco militare, una strategia che secondo China.org si sta concretizzando in queste ore con il posizionamento di forze di attacco americane intorno all’Iran.