Ieri il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha finalmente alzato la voce con l’Europa accusando i burocrati europei di “ipocrisia” in special modo quando in Europa si parla degli insediamenti come ostacolo alla pace in Medio Oriente.
Parlando ai giornalisti stranieri Netanyahu ha detto che «sostenere che gli insediamenti sono un ostacolo alla pace in Medio Oriente è una mera ipocrisia quando invece il vero ostacolo alla pace è il rifiuto da parte dei palestinesi di riconoscere Israele e il Diritto degli israeliani ad avere un proprio Stato».
Netanyahu è andato dritto al punto. Solo pochi giorni fa la controparte palestinese, Abu Mazen, aveva pubblicamente affermato che non avrebbe mai riconosciuto Israele come Stato Ebraico e questo a prescindere dalle concessioni israeliane, siano esse territoriali o di altro genere. Netanyahu ha ricordato che la liberazione di centinaia di terroristi palestinesi, oltre che un segno di buona volontà, rientrava in un accordo secondo il quale Israele avrebbe avuto in cambio la possibilità di costruire insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est cedendo altre terre in maniera compensativa. Ma a quanto pare ora l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) sconfessa quell’accordo sostenuta appunto dalla ipocrisia europea. Ma quello che è il fatto più importante di tutti è che la ANP rifiuta a priori qualsiasi riconoscimento di Israele.
Che senso ha quindi trattare di pace con chi dall’altra parte non vuole riconoscere il tuo Diritto all’esistenza? Che senso ha fare concessioni, anche molto dolorose, se dall’altra parte non danno niente in cambio?
Ma tutto questo sembra non interessare l’Unione Europea tanto che molti Paesi europei, tra cui Gran Bretagna, Francia e, purtroppo, anche l’Italia, hanno deciso di convocare gli ambasciatori israeliani per protestare ufficialmente contro gli insediamenti attribuendo proprio ad essi l’impossibilità di raggiungere un accordo di pace in Medio Oriente. E’ una chiara discesa in campo a fianco dei palestinesi quando invece l’Europa dovrebbe essere obbiettiva e soprattutto super partes. E qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte sul ruolo del Ministro degli Esteri Italiano, Emma Bonino, e sul suo atteggiamento accondiscendente verso terroristi e regimi che appoggiano i terroristi, ma lo faremo in separata sede. Resta il fatto, gravissimo, che per la prima volta Stati dell’unione Europea iniziano una vera e propria campagna anti-israeliana e lo fanno apertamente a livello diplomatico senza minimamente tenere conto di quali siano i veri ostacoli alla pace in Medio Oriente. Per esempio, da giorni Israele è pesantemente sotto attacco da parte dei terroristi di Hamas (sette missili solo ieri) ma nessuno non solo ne fa cenno ma assistiamo alla solita ipocrisia che vede attribuire a Israele tutti i mali della Striscia di Gaza, non ultima proprio ieri Laura Boldrini.
E’ evidente che la pressione su Israele è imponente e impressionante. Si vuole costringere l’unica vera democrazia in Medio Oriente a cedere ai ricatti terroristici e alle teocrazie islamiche adducendo scuse banali e ipocrite. Questa gente non vuole la pace in Medio Oriente, vuole che Israele si pieghi ai loro diktat e che lo faccia senza battere ciglio. Per loro la pace è l’annientamento di Israele.
Ora serve un vero moto d’orgoglio, qualcosa che faccia capire a questi ipocriti burocrati europei che Israele non è disposto a cedere ai loro ricatti e alle loro imposizioni. Non si baratta la democrazia con la teocrazia né con farlocche promesse di pace.
Miriam Bolaffi