palestina-nazismo

Si può creare dal nulla uno Stato, la Palestina, e un popolo, i palestinesi, con in mente un solo obiettivo, cioè quello di distruggere un altro Stato, Israele e un popolo millenario come quello israeliano? In teoria non si potrebbe ma è quello che è avvenuto con la cosiddetta ‘Palestina’.

I sociologi di tutto il mondo dovrebbero studiarlo questo strano fenomeno chiamato Palestina, un qualcosa che nasce dall’odio, che per decenni ha prodotto odio e che ancora oggi è usato come un martello pneumatico da enormi masse di odiatori al solo fine di nuocere allo Stato di Israele e al suo popolo. Se fino ad oggi la Palestina non è veramente nata è perché interessa più nuocere a Israele che far nascere veramente uno Stato palestinese.

Tutto quello che ruota attorno alla cosiddetta ‘Palestina’ è studiato unicamente non per far nascere e crescere un nuovo Stato ma per distruggerne un altro, quello israeliano. E’ così evidente che solo il fatto che non se ne parli sarebbe un fenomeno da studiare.

Per la Palestina l’Onu ha creato una agenzia apposita, la UNRWA, che per decenni ha lavorato esclusivamente per creare dal nulla una popolazione di ‘profughi palestinesi’ e per niente altro. Un popolo inventato all’interno di un altro popolo inventato.

Si è tranquillamente accettato (preso atto) che nello statuto della due maggiori formazioni palestinesi, Hamas e Fatah, c’è scritto esplicitamente che il loro obiettivo principale è la distruzione di Israele, senza che nessuno proferisse parola o chiedesse quanto meno la fine degli aiuti internazionali a queste due formazioni. Si è semplicemente accettato come se fosse una cosa del tutto normale.

Per la Palestina si è distorto il termine ‘pacifista’ abusandone a tal punto da trasformarlo in ‘pacivendolo’, cioè in qualcosa che usa e abusa di un termine nobile come quello della pace per mirare in realtà a tutt’altro, alla guerra e allo sterminio di un intero popolo. Per la Palestina si è distorto persino il termine ‘genocidio’ dove parlare di ‘genocidio palestinese’ è diventata la regola senza badare al fatto che un vero genocidio è lo sterminio deliberato di un popolo mentre nel corso degli anni il fantomatico ‘popolo palestinese’ è cresciuto come nessun altro al mondo, è stato curato e sfamato da tutti, compreso da Israele, ha ottenuto benefici che altri popoli veri si sognano, anche quelli che sono veramente sotto minaccia di genocidio.

Alla Palestina sono stati donati centinaia di miliardi di dollari per lo sviluppo ma nulla è stato fatto per quello sviluppo che si era finanziato, i soldi sono letteralmente spariti nel nulla, finiti in armi o nei conti dei gerarchi palestinesi. Eppure nonostante tutto questo sia davanti agli occhi di tutti si continua imperterriti a mandare soldi alla Palestina.

Che dire poi delle ONG che sulla Palestina hanno creato un business miliardario? Premi Nobel per la pace che chiudono gli occhi sull’insegnamento all’odio di cui sono vittime i bambini palestinesi, quegli stessi bambini che vengono trasformati in soldati senza che quelle ONG proferiscano parola, che vengono usati come scudi umani senza che qualcuno dica nulla, anzi, spesso abbiamo visto persino giustificazioni di questi atti disumani.

Palestina è l’unica parola che riesce a unire nazisti, fascisti, comunisti, populisti, destri e sinistri di ogni tipo, complottisti, pacivendoli e guerrafondai, microchippati e fautori delle scie chimiche, tutto nel nome della distruzione di Israele. In Italia siamo arrivati persino al punto di permettere ai filo-palestinesi alleati di Hitler di sfilare il 25 aprile mentre la festa della liberazione viene interdetta alla Brigata Ebraica che il nazismo lo ha combattuto. Come può un fenomeno del genere non essere un argomento di studio per i sociologi di tutto il mondo? Come può una cosa del genere non essere oggetto di tesi di laurea e di approfondimenti? E la cosa assume le sembianze del paradosso quando l’intero pianeta è sotto un feroce attacco islamista e i palestinesi sono l’emblema di questo attacco. Perché il mondo è così masochista e nessuno ne studia i motivi? Ci sarebbe di che lavorare.

Scritto da Maurizia De Groot Vos