Il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, e il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si sono incontrati ieri a Brasilia, in Brasile, a margine della cerimonia per l’insediamento del Presidente brasiliano, Jair Bolsonaro.
I due uomini politici hanno discusso di Siria e del crescente pericolo rappresentato dall’insediamento permanente di forze militari legate a Teheran in Siria.
Il Segretario di Stato americano ha tenuto a rassicurare che il sostegno americano a Israele non cambierà di un millimetro anche dopo il ritiro delle truppe americane dalla Siria, ritiro che per altro dovrebbe essere molto più lento di quanto previsto all’inizio dal Presidente Trump e dovrebbe avvenire in quattro mesi.
«Il nostro sforzo per contrastare l’aggressione iraniana continua così come il nostro impegno per la protezione di Israele» ha detto Mike Pompeo prime dell’incontro con Netanyahu.
«L’annunciato ritiro delle nostre truppe di stanza in Siria non cambia nulla. La protezione di Israele rimane una delle nostre maggiori priorità» ha poi aggiunto il Segretario di Stato americano.
Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu è apparso molto più sereno dopo l’incontro con Mike Pompeo specie per quanto riguarda le garanzie americane in merito alla protezione di Israele nel caso di una escalation visto che la Russia di Putin non sembra aver gradito l’ultimo raid aereo israeliano in Siria e ha minacciato “conseguenze” per lo Stato Ebraico nel caso i raid aerei continuino.
Poco prima dell’incontro con il Segretario di Stato americano Netanyahu aveva detto che avrebbero discusso della «intensa collaborazione tra Israele e Stati Uniti nel campo militare e della intelligence per impedire il radicamento iraniano in Siria e in altri luoghi» come per esempio in Iraq.
L’ultimo attacco israeliano in Siria che aveva come obiettivi depositi di armi iraniane e alti ufficiali di Hezbollah, aveva attirato le dure critiche del Presidente russo, Vladimir Putin, il quale aveva fatto intendere con chiarezza che la Russia non avrebbe tollerato altri attacchi “non coordinati” tra Mosca e Gerusalemme.