Il titolo in realtà è fuorviante. Per Palestina si intende quella parte di West Bank sotto controllo arabo e null’altro. Usiamo il termine “Palestina” solo per semplificare la comprensione di chi legge perché al momento la cosiddetta Palestina non è niente altro che una utopia pura e semplice anche per la stessa Autorità Nazionale Palestinese.
In un momento in cui la comunità anti-israeliana e antisemita si concentra negli attacchi a Israele per la restituzione del Golan, la proposta che arriva da Sever Plocker con un ardito editoriale su Yedioth Ahronoth sembra essere la vera soluzione della cosiddetta questione palestinese. Il ragionamento di Plocker è semplicissimo oltre che logico: è ampiamente dimostrato che in base ai fatti e non alle parole, i palestinesi non vogliono affatto creare un loro Stato. Allora occorre rispolverare quella che Plocker definisce la vecchia “opzione giordana”, cioè il ritorno della Cisgiordania alla Giordania.
La dirigenza palestinese in questi 50 anni ha dimostrato più volte di non essere interessata alla costruzione di un proprio Stato e alla cosiddetta “soluzione dei due Stati”. Chi lo era veramente, come l’ex premier palestinese Salam Fayad, è stato velocemente epurato e allontanato in tutto fretta anche attraverso false accuse di corruzione. Non può nascere uno Stato palestinese se i palestinesi non lo vogliono, ma non si può nemmeno rimanere all’infinito in questa situazione. La dirigenza palestinese forse lo vorrebbe dato che è proprio questa situazione a fornir loro ogni anno miliardi di dollari che alimentano i loro conti esteri, ma gli arabi della West Bank, la gente comune e, soprattutto Israele, non se lo possono più permettere. E visto che la Comunità Internazionale ha dato ogni tipo di sostegno ai corrotti della Autorità Nazionale Palestinese senza tener conto di tutte le loro malefatte bloccando di fatto qualsiasi soluzione a due Stati, l’unica soluzione percorribile rimane quella di una federazione tra la Cisgiordania e la Giordania. Insomma, che la Cisgiordania ritorni ad Amman com’era in origine. Con qualsiasi soluzione, che sia una federazione, un inglobamento, una regione a statuto speciale, qualsiasi cosa ma che gli arabi siano una responsabilità araba e non più israeliana.
Il problema è che la Giordania non li vuole i palestinesi. Il ricordo del Settembre Nero, quando i palestinesi cercarono di rovesciare la monarchia giordana, è ancora molto vivo nella popolazione e nella dirigenza giordana. E allora bisognerebbe incentivare la Giordania, per esempio trasferendo ad Amman quegli aiuti che oggi alimentano la corruzione nella ANP e il terrorismo palestinese. Tempo fa Re Abd Allah di Giordania si era detto possibilista su una presa di responsabilità giordana in merito alla Cisgiordania, ma l’enorme business che c’è dietro alla questione palestinese ha vinto su questa ipotesi. Tuttavia se questa “alternativa” venisse perseguita con la dovuta volontà politica potrebbe tornare in auge e se non altro metterebbe la dirigenza palestinese di fronte alle loro responsabilità una volta per tutte.
Scritto da Einav Ben H.