In Yemen oltre un milione di bambini di età inferiore ai cinque anni sono a rischio di morte a causa del colera e della estrema denutrizione che abbinati insieme formano un cocktail letale e inarrestabile. Lo ha denunciato ieri Save the Children in un rapporto/appello alle Nazioni Unite.

Dal 2015 l’epidemia di colera che ha colpito lo Yemen ha infettato più di 425.000 persone e ne ha uccise quasi 2.000. Ma negli ultimi periodi la situazione è peggiorata in maniera verticale e i casi, soprattutto trai bambini, si sono moltiplicati peggiorando ulteriormente una situazione già drammatica con le strutture sanitarie distrutte dal conflitto in corso nel Paese e con gli operatori sanitari che non solo da più di un anno non ricevono alcuno stipendio ma si trovano impossibilitati a intervenire in quanto non hanno né le medicine né i mezzi per poter raggiungere le aree più colpite.

Secondo un’altra importante ONG, Oxfan, nelle prossime settimane i casi di colera in Yemen potrebbero arrivare a oltre 600.000 casi molti dei quali riguarderebbero proprio i bambini in quanto molto più deboli degli adulti e per questo facile preda del letale batterio.

La scorsa settimana alle Nazioni Unite, in una delle poche sedute dedicate allo Yemen, è stato deciso di “rivedere la situazione umanitaria in Yemen” proponendo di aumentare le somme destinate agli aiuti per il povero Paese della penisola arabica da anni coinvolto nello scontro tra Arabia Saudita e Iran, ma era molto più importante parlare della crisi del Monte del Tempio scatenata dai cosiddetti palestinesi per poter approfondire adeguatamente la vicenda denunciata da diverse importanti ONG. Oltre venti milioni di yemeniti hanno bisogno urgente di assistenza in una delle peggiori crisi umanitarie della storia recente ma all’ONU si preoccupano delle stupidate palestinesi. Uno dei punti più bassi mai raggiunti dalle Nazioni Unite.