Chi vuole veramente l’escalation in Medio Oriente?

6 Agosto 2024
escalation in medio oriente

Credo che ci siano delle cose che bisognerebbe chiarire prima di accusare uno Stato democratico di alzare la tensione, di portare il Medio Oriente verso l’escalation, verso cioè una guerra regionale.

Primo punto: Ismail Haniyeh non era un politico, non era un negoziatore e meno che meno era un moderato di Hamas come lo hanno descritto alcuni giornaletti. Ismail Haniyeh era un capo terrorista che mentre le sue milizie il – 7 ottobre – stavano ancora massacrando, stuprando, uccidendo bambini e sequestrando ostaggi, si è fatto riprendere nel suo lussuosissimo Hotel in Qatar mentre pregava per ringraziare Allah per quella strage. Il suo capitale ammonta a cinque miliardi di dollari, “raggranellati” mentre quella che afferma essere la sua gente viveva di aiuti umanitari. La sua uccisione da parte di Israele (anche se mai ammesso) è quindi un atto di difesa.

Secondo punto: e noto, stranoto e arcinoto che Hezbollah è armato e finanziato dall’Iran. Hezbollah non è un esercito regolare come alcuni vogliono affermare, Hezbollah è un gruppo terrorista che tra le altre cose si finanzia con un enorme traffico di droga che arriva a fiumi in tutta Europa. Hezbollah, a suo tempo difeso persino da Barack Obama, in barba alla risoluzione 1701 dell’ONU secondo la quale dovrebbe stare a nord del fiume Litani, si è invece posizionato stabilmente a sud della linea blu delimitata dal fiume Litani, minacciando anche le forze UNIFIL (tra cui più di mille italiani) e da dove bombarda quotidianamente Israele. È quindi Hezbollah che posizionandosi illegalmente sul confine israeliano minaccia i residenti del nord di Israele e provoca una escalation, non Israele il quale pretende che Hezbollah torni a nord del fiume Litani. Chi spinge per l’escalation in Medio Oriente?

Terzo punto: il piano usato da Hamas il 7 ottobre per attaccare Israele, era un piano di Hezbollah studiato per attaccare la Galilea. Israele lo scoprì e con una operazione eccezionale (operazione Northern Shield) mise fine alle malefiche intenzioni dei terroristi libanesi. Ora, ci sono prove che gli operativi di Hamas che hanno dato il via al massacro del 7 ottobre (la prima ondata) sono stati addestrati proprio su quel piano in Iran dai Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC). L’Iran è con evidenza complice di Hamas e parte attiva nel massacro del 7 ottobre. Chi spinge per l’escalation in Medio Oriente?

Quarto punto: ieri sera milizie islamiche legate all’Iran hanno attaccato la base aerea americana di Ain al Asad, in Iraq, ferendo diversi militari statunitensi. Il tutto mentre gli americani si premuravano di “avvisare” Israele che la risposta ad un attacco iraniano allo Stato Ebraico avrebbe dovuto essere “contenuta”. Un attacco così, in questo preciso momento, non sarebbe potuto avvenire senza il consenso di Teheran. Allora, chi spinge per l’escalation in Medio Oriente?

L’appoggio russo

La Russia ha inviato nella regione un personaggio di alto livello, Sergei K. Shoigu, segretario del Consiglio di Sicurezza.

Shoigu, ex ministro della Difesa, è arrivato a Teheran lunedì, anche se lo scopo della visita non è stato chiarito.

Shoigu ha incontrato il nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano e il comandante delle forze armate, Gen. Mohammad Bagheri, che guida la pianificazione degli attacchi militari contro Israele.

“Siamo pronti alla piena cooperazione con l’Iran sulle questioni regionali”, ha dichiarato Shoigu ai media statali iraniani. Ha affermato anche che i responsabili dell’uccisione di Haniyeh volevano diffondere il caos nella regione.

Voci non verificate parlano di “arrivo di armi russe in Iran”. Ma escludendo l’invio di apparati complessi come gli S-400 (a meno di non usare personale russo) e considerando che la Russia sta elemosinando armi in ogni dove, mi sembra onestamente poco probabile che Mosca possa fornire all’Iran qualcosa che possa ridurre il divario tecnologico tra Israele e Iran. Teheran può contare solo sulla quantità – enorme – di missili e droni da lanciare. Punto. Tutto il resto mi sembrano francamente “chiacchiere e distintivo”.

Quindi, che il Presidente Biden chieda a Israele di “moderare la risposta” per non innescare una pericolosa escalation in Medio Oriente mi sembra francamente inopportuno. L’escalation c’è già e di certo non l’ha innescata Israele.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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