Ecco tutti i motivi della rottura dei rapporti tra Israele e UE

30 Novembre 2015

Ieri sera è piombata inaspettata la notizia che Israele aveva deciso di rompere i rapporti con la UE per quanto riguarda la partecipazione europea (con relativo coinvolgimento attivo) ai colloqui di pace con i palestinesi.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione europea di etichettare/marchiare i prodotti israeliani provenienti dalla Cisgiordania e dal Golan, ma non è stato l’unico motivo. Da diverso tempo Israele nel trattare le vicendi riguardanti i palestinesi si muove al di fuori del cosiddetto “Quartetto” (ONU, UE, Stati Uniti e Russia) ottenendo maggiori successi trattando direttamente con i Paesi Arabi ed escludendo il Quartetto e in particolare la UE. E’ successo per la ricostruzione di Gaza dove addirittura ci sono stati colloqui diretti tra Israele e Qatar (impensabili fino a poco tempo fa), oppure per le questioni regionali dove i colloqui sono stati direttamente con l’Arabia Saudita. In questi giorni al Cairo, Israele ed Egitto stanno trovando una soluzione per permettere ai turisti che vogliono andare sul Mar Rosso ma che hanno paura a scendere negli aeroporti egiziani, di poter usare Eilat come punto di arrivo e partenza senza alcun aggravio. Sempre più Paesi arabi ufficializzano le loro relazioni diplomatiche con Gerusalemme e trattano alla luce del sole. Al contrario l’Unione Europea da organismo imparziale quale dovrebbe essere si è progressivamente trasformato in un organismo di rappresentanza della Autorità Nazionale Palestinese (ANP) diventandone un vero e proprio mezzo di offesa nei confronti di Israele, anche a dispetto del fatto che – come per l’etichettatura dei prodotti israeliani – i primi ad essere danneggiati siano proprio i palestinesi. La Mogherini sembra più la portavoce del Movimento BDS che l’Alto rappresentante della politica estera europea.

Potrei continuare per ore a elencare i motivi che hanno spinto Israele a interrompere qualsiasi rapporto con la UE per quanto riguarda la questione palestinese, a partire dal silenzio assenso sugli attentati che quotidianamente avvengono in Israele fino al totale disinteresse sulla destinazione finale dei miliardi di euro elargiti ai palestinesi e letteralmente spariti nel nulla, ma quello che mi preme evidenziare adesso è che sostenere che la decisione israeliana è stata presa solo a seguito, o come ritorsione, della decisione di marchiare i prodotti israeliani provenienti dalla Cisgiordania e dal Golan è estremamente riduttivo. Quella è stata solo la goccia finale che ha fatto traboccare un vaso già pieno da tempo.

Fino ad oggi la partecipazione europea ai colloqui tra Israele e palestinesi non è solo stata del tutto inutile, sarebbe il male minore, è stata fortemente dannosa sia per Israele che per i palestinesi (intesi come popolazione, non certo per la dirigenza). Era logico quindi escludere l’Europa e in particolare la Mogerini da qualsiasi trattativa tra Israele e palestinesi. E’ l’unico sistema per affrontare nel modo giusto le questioni mediorientali ed è una decisione più che giusta che andava presa già da molto tempo. E’ uno schiaffo alla Mogherini? Onestamente non saprei, ma il fatto di escludere la Mogherini da qualsiasi trattativa è senza ombra di dubbio un enorme passo avanti verso la pace.

Scritto da Maurizia De Groot Vos

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