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Rights Reporter > Editoriali > Iran: se la Mogherini metteva il velo, Josep Borrell mette il paraocchi
Editoriali

Iran: se la Mogherini metteva il velo, Josep Borrell mette il paraocchi

By Franco Londei Published 18 Gennaio 2020

Sono passate solo poche settimane da quando l’Iran ha annunciato la sua uscita dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) e la contestuale ripresa dell’arricchimento dell’uranio oltre i militi consentiti.

In realtà l’Iran era già fuori da quell’accordo nel momento in cui ha iniziato i lavori per riattivare il reattore di Arak per la produzione di acqua pesante (e quindi di plutonio) ed ha annunciato che avrebbe ripreso l’arricchimento dell’uranio oltre la soglia consentita nel reattore di Fordo (o Fordow).

Inizialmente (molto ottimisticamente) si pensava che il silenzio dell’Europa fosse dovuto al fatto che la UE era in un momento di transizione. Cambiava il Parlamento, cambiavano le commissioni e cambiavano le persone sulle poltrone importanti.

In particolare cambiava la persona al timone della politica estera europea. Alla pessima Federica Mogherini succedeva Josep Borrell, dalla padella alla brace visto l’amore di Borrell per gli Ayatollah.

Invece il silenzio europeo non era affatto dovuto al momento di transizione. L’Europa è fermamente intenzionata a mantenere in piedi il JCPOA a dispetto anche della dichiarata volontà iraniana di uscirne.

All’annuncio iraniano di voler uscire dall’accordo sul nucleare, con una mossa “suggerita” da Borrell le Nazioni Unite hanno attivato il “meccanismo di risoluzione delle controversie” che prevede prima di tutto una riunione di Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia, Cina e Unione Europea, cioè di quello che rimane del gruppo dei 6+1 dopo l’uscita degli Stati Uniti.

La procedura innescata dalle Nazioni Unite (prevista dal JCPOA) dovrebbe teoricamente portare a verificare se ci sono ancora le condizioni per mantenere in piedi il JCPOA e, nel caso queste condizioni non vi siano, ripristinare le sanzioni contro l’Iran. Una procedura che però durerà molti mesi, mesi durante i quali l’Iran potrà fare sostanzialmente quello che vuole.

Josep Borrell non poteva non sapere che attivando il meccanismo previsto dall’accordo sul nucleare iraniano avrebbe sostanzialmente concesso all’Iran molti mesi di tempo senza che le sanzioni venissero ripristinate.

Ed è proprio quello di cui ha bisogno Teheran in un momento in cui le sanzioni americane stanno mettendo a dura prova l’economia iraniana e i giovani iraniani scendono in piazza per protestare contro il regime. Se, al contrario, anche l’Europa (come potrebbe e dovrebbe) ripristinasse sin da subito le sanzioni, l’Iran si troverebbe davvero in grossi guai.

Josep Borrell incontra Mohammad Javad Zarif in India

Ma, per sua stessa ammissione, Josep Borrell non vuole questo. In un incontro tra Borrell e il Ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, avvenuto giovedì scorso a Nuova Deli a margine del Raisina Dialogue 2020, il Ministro degli esteri europeo ha ribadito che «è nell’interesse dell’Europa mantenere in piedi il JCPOA».

È come tenere in vita una persona cerebralmente morta solo per poter dire che è ancora viva.

Di fatto l’Iran è già fuori dall’accordo da diverso tempo e da logica la UE avrebbe già dovuto ripristinare le sanzioni nel momento in cui l’Iran ammetteva pubblicamente la sua uscita dal JCPOA.

Ma evidentemente Borrell la pensa diversamente e vuole dare più tempo agli iraniani, a coloro cioè che lo stesso Borrell in occasione del 40esimo anniversario della rivoluzione islamica che ha portato al potere gli Ayatollah ha definito «la fantastica democrazia iraniana».

Ancora pochi giorni fa il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che Israele non permetterà mai all’Iran di arrivare a possedere un ordigno nucleare, facendo intendere che lo Stato Ebraico è pronto a fare qualsiasi azione per impedire che Teheran si doti di armi nucleari.

Ed è proprio il comportamento di Josep Borrell a spingere Israele a questi toni. Dare all’Iran molti mesi di tempo significa probabilmente consentirgli di arrivare all’atomica, come ha ammonito proprio Netanyahu riprendendo un report della intelligence israeliana dove si afferma che l’Iran potrebbe far detonare il suo primo ordigno nucleare entro i prossimi 12 mesi.

Ci lamentavamo della Mogherini perché in occasione di incontri con i vertici iraniani indossava il velo, ma Josep Borrell indossa i paraocchi, non si sa quanto volontariamente o meno. E detto sinceramente, è molto ma molto peggio.

TAGGED: federica mogherini, iran, israele, jcpoa, Josep Borrell, Netanyahu, nucleare iraniano

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