Libano-Israele: ennesima presa in giro di UNIFIL verso Gerusalemme

29 Agosto 2020

Era il 1978 quando l’ONU creò UNIFIL per supervisionare il ritiro delle truppe israeliane dal Libano meridionale. Ma fu nel 2006, dopo l’ultima guerra tra Israele ed Hezbollah, che la missione divenne (teoricamente) di fondamentale importanza.

Infatti, teoricamente, avrebbe dovuto vigilare sul riarmo di Hezbollah e impedire che i terroristi libanesi entrassero in possesso di missili e di armi avanzate.

Il risultato è, purtroppo, davanti agli occhi di tutti. Oltre 150.000 missili in possesso di Hezbollah, armi di ogni tipo giunte dall’Iran per via aerea, marittima e terrestre, la parte a sud della cosiddetta “linea blu” praticamente interdetta ai controlli, tanto che i terroristi libanesi hanno potuto tranquillamente scavare lunghi tunnel che sbucavano in Israele.

Poi ieri alle Nazioni Unite, improvvisamente, si svegliano i francesi che al Consiglio di Sicurezza redigono una risoluzione dove chiedono (CHIEDONO) al governo libanese (che nel sud del Libano nemmeno conoscono) di “facilitare un accesso rapido e completo ai tunnel e ai siti sospettati di nascondere armi”.

Ma aspettate perché non è finita qui. La risoluzione “sollecita la libertà di movimento dei militari dell’ONU all’interno della linea blu”.

Cosa si deduce da questa risoluzione fortemente voluta dalla Francia? Una cosa che già sapevamo, cioè che fino ad oggi UNIFIL non ha fatto quello per cui è stata creata e che per 14 anni ha sostanzialmente collaborato con Hezbollah girandosi semplicemente dall’altra parte o evitando di ispezionare i siti sospetti.

15.000 militari (ora ridotti a 13.000), mezzi di ogni tipo compresi aerei e navi, in Libano da 14 anni per fare nulla.

E anche ora non cambia nulla, nemmeno con questa risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che è chiaramente indirizzata al governo libanese, il quale però da quelle parti conta meno di niente. Fumo negli occhi, l’ennesima presa in giro nei confronti di Israele.

Maurizia De Groot Vos

Italo-Israeliana, Analista senior per il Medio Oriente. Detesta i social ma li ritiene un male necessario. Vive a Bruxelles

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