Mettetevi il cuore in pace, il regime iraniano degli Ayatollah è ben lungi dal crollare. Le pur diffuse proteste interne che ormai vanno avanti da un anno iniziate a seguito dell’uccisione di Mahsa Amini, poi proseguite per altre ragioni (delle quali in occidente nemmeno si parla) non sono sufficienti ad abbattere il sistema di potere messo in piedi dai Guardiani della Rivoluzione (IRGC).
L’IRGC controlla direttamente o indirettamente il 90% dell’economia iraniana. Ha un proprio esercito, una propria marina e un’aviazione separate da quelle ufficiali dell’Iran. Ha una propria intelligence e un proprio ramo delegato alle operazioni all’estero (la Forza Quds). Conduce persino una propria politica estera. È un regime nel regime. Potentissimo e inattaccabile dall’interno.
Se gli Ayatollah dovessero cadere sarebbe per mano dell’IRGC e comunque in Iran rimarrebbe lo stesso regime, anche se non più teocratico. Tutto il resto sono fantasie.
Nemici esterni gli Ayatollah ce li hanno solo sulla carta. L’America ha capito che bisogna trattare con l’IRGC ed è quello che sta facendo in segreto (nemmeno poi tanto) da mesi. L’Arabia Saudita ha subito diverse sconfitte militari in Yemen ed infine è stata attaccata persino sul proprio territorio. È così impaurita che anche lei ha avviato un processo di avvicinamento a Teheran per mezzo della Cina.
Rimane Israele, ma con Netanyahu al potere negli ultimi venti anni gli Ayatollah e le IRGC hanno davvero potuto fare quasi tutto quello che volevano. Sono arrivati ad un passo dall’avere la bomba atomica. Era il lontanissimo 2012 quando il prode Bibi sventolava un cartello alle Nazioni Unite e minacciava sfracelli se si fosse superata quella soglia sul nucleare.
Ebbene, non solo quella soglia sul nucleare è stata ampiamente superata senza che il prode Bibi abbia fatto niente, ma l’Iran si è così avvicinata fisicamente a Israele da poter minacciare lo Stato Ebraico direttamente ai suoi confini, mentre i minacciati raid sulle centrali atomiche sono rimasti solo nei sogni di Netanyahu (e di qualcuno di noi).
E se qualcosa contro il nucleare iraniano è stato fatto non è certo merito del prode Bibi. Il virus informatico Stuxnet, l’unico ad aver realmente rallentato la corsa iraniana verso la bomba, è stato creato dagli Stati Uniti e non da Israele come qualcuno afferma. La stupenda missione del Mossad a Teheran che ha permesso di mettere le mani su quintali di documenti segreti iraniani, è tutta attribuibile al Mossad e per nulla alla politica come molti cercano di fare.
In compenso gli Ayatollah hanno rifornito di ogni tipo di missili, droni e armi gli Hezbollah libanesi, Hamas e la Jihad Islamica palestinese tanto che in caso di conflitto pioverebbero così tanti missili, droni e bombe su Israele che Iron Dome e gli altri sistemi di difesa non sarebbero sufficienti a fermali. Chi dice il contrario è un illuso. E qualche raid sulla Siria è buono per i titoli dei giornali e dei nostri siti web, ma non ferma certo l’avanzare degli iraniani tanto che sul Golan se tirano un sasso arriva in Israele. Con Netanyahu al potere, tutto preso dai sui interessi, gli Ayatollah possono dormire tra due cuscini. Lo fanno da un paio di decenni.
Altri nemici gli Ayatollah non ne hanno. Qualcuno nomina Donald Trump perché è uscito dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) mediato da Obama e ha riapplicato le sanzioni. Solo che il poverino non ha previsto nessun piano B una volta usciti dal JCPOA mentre le sanzioni sono state sistematicamente aggirate tanto che oggi l’Iran è uno dei maggiori produttori di droni e missili balistici e ha continuato a vendere il proprio petrolio anche sotto sanzioni (soprattutto alla Cina e all’India, ma anche alla Turchia che è anche paese NATO). Per non parlare dell’attacco alle basi americane in Iraq seguito all’uccisione (accidentale?) di Qassem Soleimani. Qualsiasi altro presidente degli Stati Uniti avrebbe come minimo risposto con una salva di missili su obiettivi militari. Trump non ha fatto nulla.
Ora, davvero qualcuno può realmente pensare che qualche migliaio di manifestanti possano intimorire e persino abbattere il regime degli Ayatollah? Se non lo mettono in difficoltà nemmeno grandi potenze mondiali e regionali, come possono farlo dei semplici manifestanti? Ieri in TV ho sentito parlare di “regime alla fine”. Ma dove? Forse guardando dai lussuosi salotti parigini dove sono rifugiati quelli del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI) i cosiddetti Mojahedin del Popolo Iraniano, ma non certo guardando da Teheran.
Gli unici quindi che veramente potrebbero abbattere il regime teocratico degli Ayatollah sono quelli che lo tengono in piedi: l’IRGC. Ma per ora non sembrano averne l’interesse. Per ora…
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