Oggi è arrivata la notizia secondo la quale la Turchia è pronta a schierare le sue truppe in Libia se ciò venisse chiesto dal Governo di Tripoli.
La Turchia e la Libia hanno siglato un accordo di cooperazione marittima, di sicurezza e militare allargato che dà alla Turchia il diritto di dispiegare truppe lì se richiesto dalle autorità di Tripoli. (Erdogan alla televisione turca TRT)
Secondo quanto ha infatti spiegato Erdogan, l’accordo sui confini marittimi siglato lo scorso 27 novembre tra la Libia e la Turchia consentirebbe alle forze turche di entrare nel territorio o nelle acque libiche su richiesta del Governo di Tripoli senza che vi sia una violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite.
Non solo, sempre alla TV di Stato turca Erdogan ha spiegato che stando a quel memorandum «altri attori internazionali non possono svolgere operazioni di esplorazione in queste aree che la Turchia ha redatto (risolto) con questo accordo senza ottenere il permesso. La Cipro greca, l’Egitto, la Grecia e Israele non possono stabilire una linea di trasporto del gas senza prima ottenere il permesso dalla Turchia».
Ora, questo chiaramente non è affatto vero, esiste solo nella mente del dittatore turco, tanto è vero che la Grecia proprio oggi ha chiesto alle Nazioni Unite di condannare l’accordo tra Libia e Turchia in quanto non solo fuori dal Diritto Internazionale ma anche perché potenzialmente pericoloso (pericolosissimo n.d.r.) per la stabilità della regione.
In pratica la Turchia ha rivendicato le acque che si estendono per ben oltre le 200 miglia dalla sua costa, affermando sfacciatamente la proprietà su una fascia del Mediterraneo che taglia persino nella zona economica esclusiva della Grecia.
After signing deals with its own puppet state in occupied northern Cyprus and with the pseudo-government in Libya’s Tripoli, Turkey declares that it owns half of the eastern Mediterranean. https://t.co/Yvmpi7PA9t pic.twitter.com/N41ERkTTt3
— Aron Lund (@aronlund) 3 dicembre 2019
Ora, la cosa che turba più di tutto in questa oscura vicenda è che nessuno, né la UE né l’ONU, si sono azzardati a dire che quell’accordo tra Tripoli e Ankara viola palesemente il Diritto Internazionale.
Praticamente siamo di fronte a un vero e proprio atto di forza e di prepotenza da parte di Erdogan che ora intenderebbe persino occupare militarmente la Libia in base a un accordo fuori dal Diritto e privo di ogni legittimazione.
La cosa ancor più preoccupante è che questo è il modo di fare e pensare tipico della Fratellanza Musulmana, cioè di quella stessa organizzazione che in Europa viene considerata alla stregua della rappresentazione politica dell’Islam, quando in realtà rappresenta un pericolo gravissimo specie se associata a Erdogan.
È il momento per l’Europa e per il mondo civile di affrontare a viso aperto il problema rappresentato da Erdogan e dalla Fratellanza Musulmana, di smetterla di chinare il capo di fronte agli (ormai) innumerevoli atti di prepotenza del dittatore turco. O davvero l’Europa è succube della prepotenza islamica come (a mio parere, erroneamente) sostengono alcuni?