Sembrerebbe che Massimo D’Alema non sia d’accordo con la definizione usata da Matteo Salvini per definire Hezbollah, il Partito di Dio che tiene in ostaggio il Libano.
Dice D’alema su Repubblica
“Sembra una definizione superficiale; anzitutto perché per terrorismo islamico noi intendiamo organizzazioni di matrice salafita o wahabita. Noi conosciamo Isis e Al qaeda e rispetto a questi movimenti Hezbollah è una forza che li contrasta vivamente e che concorse in modo molto rilevante a combattere lo Stato islamico.”
Quindi Hezbollah non sarebbe un gruppo terrorista, anzi, secondo D’Alema sarebbe addirittura una sorta di movimento che il terrorismo islamico lo contrasta visto che in Siria e in Iran hanno combattuto lo Stato Islamico.
Per D’alema quindi non esiste un terrorismo sciita, come se gli attentati compiuti da Hezbollah (a partire da quello di Buenos Aires del 1994) non fossero attentati terroristici visto che prendono di mira gli ebrei. E si sa, se uccidi ebrei non sei un terrorista ma un “resistente”.
E di quello che hanno fatto in Iraq e in Siria contro la popolazione sunnita, direttamente o attraverso le milizie di Hashd al-Shaabi, ne vogliamo parlare?
La multinazionale della droga
Ma Hezbollah non è solo un gruppo terrorista islamico sciita (giusto per essere più precisi di Salvini), è anche una multinazionale della droga e del crimine organizzato legata ai maggiori cartelli sudamericani come, per esempio, i terribili messicani del cartello Los Zetas.
Sono così potenti e influenti da arrivare a condizionare la politica americana che con l’amministrazione Obama, pur di non compromettere l’accordo sul nucleare iraniano, arrivò ad affossare una importante indagine dell’FBI sui loro traffici illeciti. Per finanziare la guerra in Siria hanno inondato di droga l’Europa.
Più organizzati del terrorismo islamico “tradizionale”
Tuttavia in parte D’alema ha ragione. Hezbollah non può essere equiparato ad un “normale” gruppo terrorista islamico come lo possono essere ISIS e Al Qaeda. E’ molto peggio.
Hanno creato una struttura che va dalla politica pura e semplice all’organizzazione mafiosa fino addirittura alla creazione di organismi che si occupano di opere caritatevoli.
Hezbollah è una vera e propria galassia di sigle e attività che trova il suo culmine in quello che è considerato il secondo esercito più forte in Medio Oriente dopo quello israeliano. Ma non è un esercito come non lo era quello dello Stato Islamico. E’ il braccio militare di una organizzazione vasta e complessa che si occupa anche di politica ma che di politico non ha nulla mentre ha moltissimo di integralismo islamico sciita che come obiettivo ha quello di esportare la rivoluzione islamica in tutto il mondo con basi importanti in Sud America e persino in Africa.
Un altro importante “amico” di Hezbollah, Manlio Di Stefano, nel commentare le parole di Salvini ha detto che «la geopolitica è materia complessa e necessita di competenze e sensibilità, non a caso è materia della Farnesina». Ha ragione, definire Hezbollah solo un gruppo terrorista islamico è davvero riduttivo.